Il problema del randagismo continua.
Non abbiamo sinora applicato delle modalità di gestione degli animali da compagnia che ne tutelino un’esistenza decorosa a 360 gradi. Dunque permane l’annosa criticità di animali senza padrone, oppure a carico della collettività, in un momento di reale difficoltà di accesso a fondi, anche per le Pubbliche Amministrazioni.
Un’analisi attenta delle modalità di gestione del randagismo ci spinge a proporre maggiore attenzione per la riproduzione dissennata, derivante da una gestione spesso superficiale del fenomeno.
La soluzione di molti Paesi evoluti è una maggiore attenzione alla sterilizzazione, spesso invocata dalle più attente associazioni di tutela degli animali.
Partiamo da un’osservazione: gli animali adottati dai canili sono sempre sterilizzati o quantomeno dovrebbero esserlo in caso di applicazione delle normative vigenti relative al randagismo, a partire dalla legge 281 del 1991.
Se dunque fosse finalmente applicato un “CONTRIBUTO SOLIDALE” esclusivamente da parte di chi mantiene soggetti non-sterilizzati (parliamo di una cifra annuale non eccessiva), tale contributo potrebbe accrescere l’attenzione per la sterilizzazione.
In più fornirebbe alle Pubbliche Amministrazioni i fondi per aiutare i meno abbienti, gli anziani, le persone in difficoltà a possedere animali con ridotta criticità (pensiamo a fughe, piccole aggressioni, marcature del territorio, ecc..,) e gli stessi canili.
I Medici Veterinari liberi professionisti, in larga maggioranza coscienti della necessità di porre fine al fenomeno negativo di animali lasciati a sé stessi, sarebbero disponibili a intervenire nei confronti di cittadini ed Enti Locali ricorrendo – su base volontaria – ai più bassi importi riportati dal recente tariffario nazionale (MINISTERO DELLA SALUTE DECRETO 19 luglio 2016, n. 165).
Ovviamente sono da escludere allevatori, cani per ciechi o da lavoro, cani di categorie sociali da individuare.
Un impegno serio per un annoso problema.
(puoi leggere su AFFARITALIANI)
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