Sono oltre dieci gli organismi che in Italia sono chiamati a vigilare sulle più svariate materie, dalla pubblicità alla concorrenza, e si parla ora dell’istituzione di un’ authority per gli animali. Gli animali rappresentano un argomento di grande fascino mediatico e la cosa potrebbe essere accolta con favore: un organismo che ne …
Sono oltre dieci gli organismi che in Italia sono chiamati a vigilare sulle più svariate materie, dalla pubblicità alla concorrenza, e si parla ora dell’istituzione di un’ authority per gli animali. Gli animali rappresentano un argomento di grande fascino mediatico e la cosa potrebbe essere accolta con favore: un organismo che ne coordinasse le varie applicazioni normative non sarebbe di per se una cosa negativa. Tuttavia l’ambito di competenza di simile istituzione potrebbe essere tanto vasto da richiedere profonde conoscenze, conoscenze di carattere tecnico-scientifico. L’attuale modo di vedere gli animali è infatti più condizionato dalle emozioni che dal ragionamento. Viviamo in un momento di insanabili contraddizioni, forse applicando agli animali delle categorie mentali totalmente proprie dell’uomo. Per portare degli esempi concreti, vediamo l’opinione pubblica contraria agli animali in gabbia, ma favorevole ai canili (che sono gabbie); assistiamo alla discussione sulla morte dolce e abbiamo la pretesa di conferire all’animale un diritto alla vita a volte in contrasto con la sopravvivenza dell’uomo (o almeno in competizione per le risorse); verifichiamo la scelta arbitraria di dare dignità maggiore ad alcune specie a scapito di altre, magari decimate dal comportamento predatorio. Di fronte ad un cucciolo vorremmo lasiare in secondo piano la nostra auto-tutela, salvo poi disperare quando non possiamo più fruire del territorio divenuto un preoccupante serbatoio di malattie infettive difficili da trattare. Non esiste dunque una vera coerenza nell’affrontare l’argomento, e sarebbe veramente pericoloso dare deleghe in bianco a chi si è spesso dimostrato interessato non “agli animali”, ma “all’animale” che più gli fa comodo. Non nascondiamoci gli interessi economici che spesso si celano dietro a soggetti dall’altruismo “peloso”. Se dobbiamo entrare nel merito, è quanto mai opportuno ricorrere a chi ha conoscenze specifiche ed il medico veterinario è preparato e competente in quello che è il “suo” ambito professionale.
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