04/01/2008 Editoriali7 Minuti

MIUR ha perso il senso dell’orientamentoConsiderazioni del Sindacato Italiano Veterinari Liberi Professionisti (SIVeLP).

Sivelp

Nel decreto milleproroghe di fine anno, il ministro Mussi ha ottenuto l’inserimento di nuovi meccanismi di Orientamento alla formazione scolastica, con lo spirito non più del “cosa ti piace?” ma del “cosa sei portato a fare?”. I docenti universitari collaboreranno con le scuole superiori, spiegando i contenuti dell’offerta formativa …

Nel decreto milleproroghe di fine anno, il ministro Mussi ha ottenuto l’inserimento di nuovi meccanismi di Orientamento alla formazione scolastica, con lo spirito non più del “cosa ti piace?” ma del “cosa sei portato a fare?”. I docenti universitari collaboreranno con le scuole superiori, spiegando i contenuti dell’offerta formativa post-diploma. La scuola potrà avvalersi del contributo di associazioni del mondo professionale. Che dire del provvedimento? Alcune associazioni di consumatori hanno recentemente stigmatizzato, anche su segnalazione del Sivelp, la scarsa trasparenza della comunicazione di Orientamento. Citiamo un editoriale di Altroconsumo – Associazione Indipendente di Consumatori -, reperibile su www.altroconsumo.it :“Talvolta le stesse università non hanno un’idea molto precisa della qualità del servizio che offrono, e certamente non dei benefici economici che potranno trarne gli studenti– Dunque la natura principale di questo mercato è la disinformazione e l’opacità, accompagnata però dalla stravagante garanzia pubblica del valore al servizio scelto: ci riferiamo al valore legale del titolo, una sorta di garanzia dei contenuti della formazione”. E ancora: “Gli stessi messaggi delle università, interessate a massimizzare le iscrizioni, sono spesso più evocative che informative. Solo da poco si intravedono in Italia pubblicazioni, cartacee oppure online, che forniscono dati soddisfacenti sulla qualità della formazione, ma che sono ancora incompleti e, soprattutto, poco fruibili. Poiché vi è poco da attendersi dal Ministero dell’Università e della Ricerca, non resta che sperare in iniziative di altro tipo che colmino il deficit informativo. Vi è al riguardo la consolidata esperienza di altri paesi”. Il quadro è limpido e desolante: si è perso il senso dell’orientamento! Sivelp avrebbe auspicato un obbligo di avvalersi di informazioni e statistiche provenienti dal mondo del lavoro. Obbligo che avrebbe potuto bilanciare dialetticamente le proposizioni dell’Università, e rendere palesi le reali prospettive – di occupazione e di reddito – di coloro che andranno ad investire preziosissimo tempo, risorse pubbliche e sacrifici privati, non certo per trovarsi in mano un inutile foglio di carta. Vorremmo che chi si iscrive ad un determinato corso di laurea, possa avere in mano numeri e dati, costruiti per pianificare un percorso virtuoso, individuale e della nazione, nella costruzione della società di domani, e non generici slogan o statistiche addomesticate. Ben vengano i contributi delle associazioni di consumatori e la loro pressione perché, possibilmente, lo studio apra la strada ad un lavoro, importante voce dei diritti della nostra tanto decantata Costituzione, che ancora rimane lettera morta. La nostra associazione continuerà a fornire un parere critico sui dati esistenti che ci riguardano, per aiutare ad interpretarli correttamente ed evitare scelte non perfettamente consapevoli.Nel decreto milleproroghe di fine anno, il ministro Mussi ha ottenuto l’inserimento di nuovi meccanismi di Orientamento alla formazione scolastica, con lo spirito non più del “cosa ti piace?” ma del “cosa sei portato a fare?”. I docenti universitari collaboreranno con le scuole superiori, spiegando i contenuti dell’offerta formativa post-diploma. La scuola potrà avvalersi del contributo di associazioni del mondo professionale. Che dire del provvedimento? Alcune associazioni di consumatori hanno recentemente stigmatizzato, anche su segnalazione del Sivelp, la scarsa trasparenza della comunicazione di Orientamento. Citiamo un editoriale di Altroconsumo – Associazione Indipendente di Consumatori -, reperibile su www.altroconsumo.it :“Talvolta le stesse università non hanno un’idea molto precisa della qualità del servizio che offrono, e certamente non dei benefici economici che potranno trarne gli studenti– Dunque la natura principale di questo mercato è la disinformazione e l’opacità, accompagnata però dalla stravagante garanzia pubblica del valore al servizio scelto: ci riferiamo al valore legale del titolo, una sorta di garanzia dei contenuti della formazione”. E ancora: “Gli stessi messaggi delle università, interessate a massimizzare le iscrizioni, sono spesso più evocative che informative. Solo da poco si intravedono in Italia pubblicazioni, cartacee oppure online, che forniscono dati soddisfacenti sulla qualità della formazione, ma che sono ancora incompleti e, soprattutto, poco fruibili. Poiché vi è poco da attendersi dal Ministero dell’Università e della Ricerca, non resta che sperare in iniziative di altro tipo che colmino il deficit informativo. Vi è al riguardo la consolidata esperienza di altri paesi”. Il quadro è limpido e desolante: si è perso il senso dell’orientamento! Sivelp avrebbe auspicato un obbligo di avvalersi di informazioni e statistiche provenienti dal mondo del lavoro. Obbligo che avrebbe potuto bilanciare dialetticamente le proposizioni dell’Università, e rendere palesi le reali prospettive – di occupazione e di reddito – di coloro che andranno ad investire preziosissimo tempo, risorse pubbliche e sacrifici privati, non certo per trovarsi in mano un inutile foglio di carta. Vorremmo che chi si iscrive ad un determinato corso di laurea, possa avere in mano numeri e dati, costruiti per pianificare un percorso virtuoso, individuale e della nazione, nella costruzione della società di domani, e non generici slogan o statistiche addomesticate. Ben vengano i contributi delle associazioni di consumatori e la loro pressione perché, possibilmente, lo studio apra la strada ad un lavoro, importante voce dei diritti della nostra tanto decantata Costituzione, che ancora rimane lettera morta. La nostra associazione continuerà a fornire un parere critico sui dati esistenti che ci riguardano, per aiutare ad interpretarli correttamente ed evitare scelte non perfettamente consapevoli.

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