Cane mordace? No, solo maleducato. Una corretta educazione può risolvere i problemi di aggressività
Il 12 settembre 2003 nella G.U. n°212 l’allora ministro della Salute Girolamo Sirchia emanava un’ordinanza per la tutela dell’incolumità pubblica dal rischio di aggressioni da parte di cani potenzialmente pericolosi. Con questa ordinanza si vietava l’addestramento di cani, inteso ad esaltare la naturale aggressività o pericolosità e qualsiasi selezione o incrocio …
Il 12 settembre 2003 nella G.U. n°212 l’allora ministro della Salute Girolamo Sirchia emanava un’ordinanza per la tutela dell’incolumità pubblica dal rischio di aggressioni da parte di cani potenzialmente pericolosi. Con questa ordinanza si vietava l’addestramento di cani, inteso ad esaltare la naturale aggressività o pericolosità e qualsiasi selezione o incrocio tra razze di cani allo scopo di svilupparne l’aggressività. Inoltre veniva sancito l’obbligo di usare contestualmente il guinzaglio e la museruola nei luoghi pubblici, secondo il regolamento di polizia veterinaria. Il provvedimento, inoltre, obbligava chiunque possieda o detenga cani potenzialmente temibili a stipulare una polizza di assicurazione di responsabilità civile per danni contro terzi. È cronaca attuale il crescente numero di aggressioni da parte del cane all’uomo, ma soffermiamoci un poco sulla storia del cane il particolar modo sulla domesticazione. I primi resti paleontologici risalenti al Neolitico sono antichi circa 12500 anni, furono rinvenuti in una tomba a Ein-Mallaha (nord Israele) e mostrano uno scheletro umano la cui fronte poggia sul torace di un cane, segno evidente di un rapporto di natura affettiva tra uomo e cane tanto da seppellirli assieme. A circa 10000 anni fa risale lo scheletro ritrovato in Europa meridionale di una donna seppellita in posizione fetale con quattro cani posti ai punti cardinali a guardia e difesa della persona cara. Secondo questi primi riferimenti storici, che dimostrano l’esistenza di un processo di domesticazione, possiamo affermare che tra l’uomo e il cane esiste un rapporto di reciproca mutualità affettiva molto antico. Nel tempo si sono poi selezionati per meglio soddisfare le esigenze di attitudine lavoro o bellezza, sino ad arrivare ai giorni nostri in cui oltre al cane meticcio contempliamo numerose razze. Nonostante tutto, del cane, i proprietari conoscono molto poco, si ignora la comunicazione intra specifica (tra cane e cane) e inter specifica (tra cane e uomo), fondamento per una corretta chiave di lettura del rapporto uomo-cane e ridurre i rischi di comportamenti aggressivi non giustificati. Ma quali sono i motivi che determinano l’aggressività canina? Si sa che essa può essere causata da: fattori genetici, da esperienze vissute dal cane nelle prime settimane di vita, dai rapporti tra il cane e il padrone, da problemi di natura fisica. Ogni cane nasce con un corredo genetico ben definito che lo porterà ad essere più o meno propenso a comportamenti aggressivi e diventa quindi importante agire sulla selezione evitando di selezionare quei soggetti, che pur se con caratteristiche estetiche eccellenti presentano evidenti problemi comportamentali legati all’aggressività. A fronte delle caratteristiche intrinseche del cane è necessario riflettere su come l’uomo possa condizionarle, un cane aggressivo può essere educato adeguatamente da una persona competente, ma può diventare molto pericoloso se educato da un inesperto. È importante che l’educazione del cane venga eseguita rispettando quei sistemi di comunicazione corretti che solo un esperto può conoscere, possedere il cane non è come acquistare un oggetto che soddisfi i nostri criteri di bellezza. Per questo motivo il medico veterinario, conoscitore dell’etologia, affiancato da collaboratori esperti in educazione cinofila riveste un ruolo educativo importante che garantisce il rispetto del benessere animale e la corretta interpretazione del comportamento animale. Ci stupisce come il legislatore, abbia emanato un’ordinanza per la tutela dell’incolumità pubblica dal rischio di aggressioni da parte di cani potenzialmente pericolosi, incompleta, e il SIVELP in rappresentanza dei sui iscritti si rende disponibile a partecipare ad eventuali commissioni di studio proposte sia dal legislatore e sia dalle categorie professionali che si occupano di cinofilia ed educazione, sicuro che un proficuo confronto consenta un corretto esame della problematica e l’attuazione di un programma di educazione che inizia il suo percorso nell’ambito del progetto educativo scolastico in linea con quanto già avviene nei paese europei.
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