02/11/2004 News5 Minuti

Diritti degli animali: intervento dell’On. Dott. Gianni Mancuso alla Camera sulla modifica all’art. 9 della Costituzione in materia di ambiente ed ecosistemi – Seduta del 27/10/2004

Sivelp

GIANNI MANCUSO. Signor Presidente, intervengo su questo provvedimento che ha avuto un iter piuttosto travagliato, ma che ha contemporaneamente coinvolto numerosi colleghi di tutti i gruppi, quali firmatari di proposte di legge sull’argomento in esame. Il tema è quello di inserire o di non inserire nella nostra Costituzione un passaggio che …

GIANNI MANCUSO. Signor Presidente, intervengo su questo provvedimento che ha avuto un iter piuttosto travagliato, ma che ha contemporaneamente coinvolto numerosi colleghi di tutti i gruppi, quali firmatari di proposte di legge sull’argomento in esame. Il tema è quello di inserire o di non inserire nella nostra Costituzione un passaggio che sottolinei l’attenzione agli animali, questi esseri viventi, senzienti, che da millenni accompagnano l’evoluzione dell’uomo, che sono stati per l’uomo mezzo di trasporto per sé e per le merci, fonte di calore, fonte di abbigliamento, fonte di cibo, compagni nella caccia e che oggi sono fonte di compagnia, strumento nella pet therapy, ausilio insostituibile per i disabili (basterebbe pensare ai privi di vista o agli affetti da paresi gravi). Questi esseri viventi senzienti sono portatori di diritti? Io sono convinto di sì! Il mondo animale presente nel nostro paese potrebbe esser diviso in tre categorie: la fauna selvatica, gli animali da reddito, gli animali da affezione. Un discorso a parte andrebbe fatto per gli animali degli zoo o per quelli utilizzati nei circhi, che rientrano comunque tra gli animali utilizzati a scopo produttivo e commerciale. Gli animali esotici, sempre più diffusi nel nostro paese, dovrebbero essere oggetto di una riflessione a sé stante, così come gli animali utilizzati nella sperimentazione. Soprattutto per il settore della fauna selvatica, non si può prescindere dal concetto di ambiente ed è quindi opportuno inserire nella modifica dell’articolo 9 della Costituzione il concetto della tutela ambientale. Si configurerebbe una maggiore garanzia del benessere e della tutela degli animali e verrebbe sottolineata l’esigenza della salvaguardia dell’ambiente. È però estremamente difficile intervenire con una o due parole sulla specificità del mondo animale, sia per le diverse tipologie di animali – come ho indicato prima – sia per due aspetti fortemente radicati nella nostra cultura, che potrebbero trovarsi in contrasto con ogni modifica dell’articolo 9 della Costituzione stessa: da un lato, l’utilizzo degli animali da reddito per l’alimentazione umana o per altri processi produttivi; dall’altro, l’esercizio dell’attività venatoria non legata a fabbisogni alimentari, ma che viene considerata «sportiva». Durante il lungo iter del provvedimento in esame si è parlato di tutela degli animali, di dignità degli animali, di rispetto degli animali, di protezione degli animali e, ancora, di benessere degli animali. Il testo che oggi ci viene sottoposto parla di promozione del rispetto degli animali. Mi pare che, in tal modo, sia stato raggiunto un buon punto di mediazione. Le strade astrattamente percorribili erano sostanzialmente due: la prima era quella di limitarsi ad una vaga enunciazione di principio che avrebbe avuto lo scopo di favorire una maggiore attenzione, sic et simpliciter, verso il mondo animale; la seconda, più difficile e più coraggiosa, perché in potenziale contrasto con gli interessi di talune categorie, portava a riconoscere all’animale uno stato giuridico intermedio tra l’oggetto e l’uomo e, conseguentemente, la titolarità di diritti. Su quest’ultima linea si è attestata l’Unione europea quando, nel Trattato di Amsterdam, ha definito gli animali esseri senzienti. Da parte sua, l’Assemblea federale svizzera ha decretato, nell’ottobre del 2002, che gli animali non sono cose, ma esseri viventi dotati di sensibilità. Inoltre, una grande figura della storia dell’umanità, il Mahatma Gandhi, sosteneva che la civiltà di un popolo si misura anche da come questo tratta i suoi animali. Il Parlamento italiano ha la possibilità, oggi, di colmare una notevole lacuna e di portare il nostro paese nell’ambito delle nazioni davvero civili.

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