La “narrativa delle accuse incrociate” tra settore umano e settore animale circa le responsabilità per la diffusione dell’antibioticoresistenza, di certo non aiuta a contrastare il fenomeno.
Nel ricordare questo principio, illustri medici (professori di malattie infettive ed esperti di medicina a livello internazionale) riconoscono che tuttora “il fattore causale predominante delle infezioni da agenti batterici antibioticoresistenti nell’Uomo è l’intensa pressione di selezione attraverso il cattivo uso e l’eccessivo uso che si fa degli antibiotici nell’Uomo.”(“…But the predominant driver of antibiotic resistance in humans is the intense pressure exerted by the misuse and overuse of antibiotics in people”. Mendelson et al., 2017. Antibiotic resistance has a language problem. Nature, 2017)
Batteri multiresistenti prioritari in Sanità Pubblica
Il WHO, e i Centers for Diseases Control, USA, hanno stilato elenchi, in parte simili, che categorizzano i più importanti agenti batterici multiresistenti (MDR), con resistenze a Critically Important Antimicrobials for human medicine (CIAs, secondo definizione del WHO) http://www.who.int/foodsafety/publications/antimicrobials-fifth/en/. Di particolare rilevanza sono le resistenze a varie classi come carbapenemi, cefalosporine a spettro esteso, fluorochinolonici, macrolidi, polimixine (colistina), oxazolidinoni, glicopeptidi (es. vancomicina), ovvero antibiotici di ultima risorsa in caso di infezioni invasive da batteri resistenti alle altre classi di antibiotici.
Sono tipologie di batteri multiresistenti con particolari caratteristiche, cui prestare particolare attenzione in funzione di prevenzione e controllo delle infezioni nell’Uomo, e di ricerca e sviluppo di nuove molecole di antibiotici o di alternative ad essi.
http://www.who.int/mediacentre/news/releases/2017/bacteria-antibiotics-needed/en/
https://www.cdc.gov/drugresistance/biggest_threats.html
La maggior parte di questi agenti MDR sono “a trasmissione interumana” e non hanno uno specifico serbatoio animale (né in animali zootecnici, né in animali da compagnia etc.).
Tuttavia, alcuni agenti compresi in questi elenchi (una minoranza), hanno negli animali il serbatoio principale, e sono diffusi specialmente negli animali zootecnici allevati intensivamente. Questi agenti possono essere trasmessi all’Uomo lungo le filiere produttive. E’ necessario ricordare che vi sono semplici regole di igiene e di preparazione di alcuni alimenti di origine animale (es. carni) per mitigare e ridurre drasticamente il rischio di trasmissione di questi agenti (vedi ad esempio le pagine tematiche del CRN-AR, NRL-AR http://www.izslt.it/crab/pillole-per-il-consumatore/)
E’ il caso ad esempio di Salmonella resistenti alle cefalosporine a spettro esteso (es. ESBL-producing Salmonella), tra le Enterobacteriaceae di origine animale resistenti alle cefalosporine a spettro esteso (es. Escherichia coli); Salmonella resistenti ai fluorochinolonici; Campylobacter jeuni (e C. coli) resistenti ai fluorochinolonici, alcuni cloni di Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA), associati alle produzione animali (Livestock-Associated Staphylococcus aureus, LA-MRSA). E’ necessario ricordare, tuttavia che questi LA-MRSA rappresentano un’assoluta minoranza del totale delle infezioni da MRSA nell’Uomo (es. infezioni cutanee o dei tessuti molli, infezioni invasive etc.) che sono causate da cloni di MRSA a “circolazione interumana”, sia a livello di comunità che a livello ospedaliero, e in cui il serbatoio è l’Uomo stesso. Ed è attualmente dibattuto se altre Enterobacteriaceae resistenti a cefalosporine a spettro esteso o a fluorochinolonici (es. Escherichia coli) provenienti dal animali possano avere un impatto sulla salute umana.
E’ vero quindi che l’uso degli antibiotici negli animali contribuisce all’aumento del “pool delle resistenze nei batteri che possono causare malattie anche nell’Uomo”.
E tuttavia la “narrativa delle accuse incrociate” tra settore umano e settore animale circa le responsabilità per la diffusione dell’antibioticoresistenza, di certo non aiuta a contrastare il fenomeno. Nel ricordare questo principio, illustri medici (professori di malattie infettive ed esperti di medicina a livello internazionale) riconoscono che tuttora “il fattore causale predominante delle infezioni da agenti batterici antibioticoresistenti nell’Uomo è l’intensa pressione di selezione attraverso il cattivo uso e l’eccessivo uso che si fa degli antibiotici nell’Uomo.”(“…But the predominant driver of antibiotic resistance in humans is the intense pressure exerted by the misuse and overuse of antibiotics in people”. Mendelson et al., 2017. Antibiotic resistance has a language problem. Nature, 2017). (Da IZS Lazio e Toscana)