Al Presidente ENPAV Al Consiglio di Amministrazione ENPAV Al Presidente FNOVI Al Segretario Nazionale SIVeLP Al Segretario Nazionale SIVeMP Al Presidente ANMVI A Il Progresso Veterinario Firenze, 18/07/03 Ricevo in data odierna la comunicazione, prot. 270/14, della Segreteria Nazionale S.I.Ve.M.P. a firma del dr. Aldo Grasselli, oggetto: Convegno ENPAV su “Equità intergenerazionale: utopia o realtà?” sulla Motonave Costa Romantica …
Al Presidente ENPAV Al Consiglio di Amministrazione ENPAV Al Presidente FNOVI Al Segretario Nazionale SIVeLP Al Segretario Nazionale SIVeMP Al Presidente ANMVI A Il Progresso Veterinario Firenze, 18/07/03 Ricevo in data odierna la comunicazione, prot. 270/14, della Segreteria Nazionale S.I.Ve.M.P. a firma del dr. Aldo Grasselli, oggetto: Convegno ENPAV su “Equità intergenerazionale: utopia o realtà?” sulla Motonave Costa Romantica dal 23 al 25 ottobre 2002. Mi accingo a fornire alcune personali considerazioni innanzitutto come iscritto ENPAV, poi come Delegato delle Province di Firenze e Prato e poi, ma non ultimo, come facente parte di quello schieramento acritico che legittima la scelta della “crociera”. Non posso non sottolineare l’apprezzamento per le parole del Segretario Grasselli in merito alla necessità ed all’importanza del Convegno ed alla opportunità di una discussione e di un confronto sereno sulle modalità di gestione dell’Ente per i prossimi anni. Mi dispiace però evidenziare come tali posizioni siano esclusivamente formali, stante il comportamento spesso ostruzionistico e, sinceramente, almeno a me, delegato ENPAV di recente nomina, talvolta incomprensibile, di alcuni, solo alcuni, dei Delegati facenti parte dell’area SIVeMP e che, a detta del Collega Grasselli, dovrebbero far parte della minoranza critica. Non vorrei ricordare la mozione, fortunatamente modificata prima dell’approvazione, inutile quanto subdola, circa l’invito al risparmio nella gestione dell’Ente, presentata dal Delegato di Siena, dr. Betti, nel corso dell’Assemblea del 15/06/02, dopo che l’approvazione, a grandissima maggioranza, del bilancio consuntivo aveva dato apprezzamento delle capacità in tal senso esercitate dal Consiglio di Amministrazione in carica. Nemmeno vorrei ricordare a Grasselli, purtroppo assente all’ultima Assemblea, la pretestuosità, potremo così definirla in maniera complimentosa, delle obiezioni circa il gettone di presenza ai Delegati. Nel corso di detta riunione ho fatto presente come, a fronte di una spesa di 236.021,53 euro (comprensiva dei rimborsi spese) i 20.000 iscritti (arrotondando il loro numero per difetto) paghino, ciascuno, 11,80 euro annui per garantirsi una rappresentanza qualificata ed un lavoro di raccolta di richieste ed erogazione di informazioni da parte dei Delegati stessi. Possiamo abolire il gettone di presenza, o anche raddoppiarlo, in entrambi i casi non è questo il modo per affrontare seriamente le problematiche della gestione dell’ENPAV. Ma lasciando da parte queste facezie, credo che tutti noi siamo disposti a discutere seriamente e democraticamente (se il SIVeMP ritiene che la Presidenza abbia fatto un torto negando la parola a qualcuno dei “suoi”, vorrei ricordare che una inattesa quanto improvvisa chiusura delle discussioni ha tolto anche al sottoscritto ed altri ll.pp., che ne avevano fatto richiesta, la possibilità di parlare) le scelta dell’Ente e dei suoi Amministratori. Vorremmo solo sapere qual è l’argomento di discussione. In effetti, in relazione alla questione “Crociconvegno”, in un primo momento sembrava fosse il problema costi (dobbiamo ricordare, ancora, quanto emerso nel corso dell’Assemblea del 28 giugno u.s. in merito ai preventivi “alternativi”?), poi è giunta a casa dei delegati una lettera a firma dei Colleghi Gandola e Sardu, membri del Consiglio di Amministrazione, che affermavano che i problemi, in realtà, consistevano nel maltempo che, probabilmente, a fine ottobre, avremmo incontrato, la scarsa possibilità di utilizzazione dei telefoni portatili, l’impossibilità di abbandonare la nave ed altri aspetti similari. Nella odierna comunicazione, nessuno di questi problemi è considerato quanto, invece, la forma, l’immagine che diamo ai Colleghi soprattutto ll.pp. “a basso reddito” che avranno una pensione “misera” e per “l’immagine di opulenza che desta nell’opinione pubblica, non solo tra quei giovani veterinari, non pochi, che faticosamente possono permettersi le ferie”. Come ricordare a chi non intende recedere dalle proprie posizioni che i delegati non vanno in ferie in crociera a spese degli iscritti, ché sarebbero sufficientemente stupidi ad organizzarne una in autunno avanzato, come ha giustamente ricordato il Collega Graziani di Forlì? Risulta invece oltremodo fastidioso che il SIVeMP cavalchi, questa volta veramente in maniera strumentale, la condizione reddituale dei ll.pp. giovani e/o neolaureati. La mia personalissima morale vorrebbe che chi gode di una serie di indiscutibili privilegi reddituali, fin dal primo giorno di assunzione, avesse la magnanimità di lasciare qualcosa agli altri, che tra l’altro, a mezzo della fiscalità generale, contribuiscono al pagamento dei loro stipendi. Questa ingenua visione non è, tuttavia, supportata da evidenze normative, tanto che, tra intramoenia ed extramoenia, tra qualche giorno saremo informati che i Colleghi dipendenti, in realtà, sono liberi-professionisti, come lo erano a suo tempo i veterinari condotti (sic!). Dobbiamo ricordare al Segretario Nazionale SIVeMP che il “suo” Sindacato, quando (leggasi Congresso di Asti) si trattava di riconoscere ai Colleghi non assunti nelle ASL dei compiti ufficiali, quali quelli compresi nella figura di Veterinario Aziendale Riconosciuto, aprendo così nuovi ambiti professionali ed individuando nuove possibilità di lavoro, conseguentemente di acquisizione di situazioni reddituali tali da garantire un gettito previdenziale tale da evitare pensioni “misere”, ha voluto e deciso diversamente? Dobbiamo ricordare, ancora, che sempre nella stessa sede è emersa la proposta che le ASL si occupassero di certificazioni di prodotto e di filiera, riducendo, se così fosse, ulteriormente gli spazi per i “miseri”, con una operazione di occupazione di ciò che ancora a loro sfugge ed in barba a tutte le più elementari considerazioni di incompatibilità? Oppure dovremmo ricordare a tutti gli iscritti ENPAV la situazione in cui si trova l’Ente nel tentativo di recuperare, senza poter purtroppo farlo totalmente, il contributo integrativo del 2% che le ASL non versano? O il 1.800.000.000 di lire impiegate dall’Ente per il pagamento delle spese legali relative alla vertenza sulla obbligatorietà dell’iscrizione alla cassa previdenziale dei Colleghi dipendenti? Adesso mi si scrive, da parte del Segretario del principale sindacato dei veterinari dipendenti, che “ora ne sono azionisti più o meno volontari” (dell’ENPAV, ovviamente!). Mi verrebbe da rispondere, a bruciapelo, dicendo che forse, ora, in questo particolare momento storico, sarebbe il momento di decidere se ci si vuole stare volontariamente o altrettanto volontariamente si desidera starne fuori. Nel secondo caso, doppiamente piangendo quel miliardo ed 8 sprecato, possiamo cercare una soluzione che vada bene a tutti, compresi i pensionati dipendenti-condotti-liberi professionisti, nel primo, ancora forse, sarebbe il caso di partecipare democraticamente ma anche costruttivamente ai lavori dell’Ente e delle Assemblee dei Delegati. Il primo passo in tale direzione potrebbe essere quello di argomentare le motivazioni per cui si vota contro l’approvazione dei bilanci, invece di limitarsi ad una semplice e molto meno appariscente alzata di mano. Il secondo quello di smettere di fare i pasdaran ed avanzare proposte ed argomentazioni serie. Buon Lavoro a tutti Lapo Strambi
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