Udine: parla il Presidente dell’Ordine: Igiene e sanità animale, laurea con pochi sbocchi
L’università ha da poco pubblicizzato la figura dello specialista in igiene e sanità animale, un ruolo professionale che dovrebbe andare ad arricchire la gestione igienico-sanitaria degli allevamenti animali e ittici. «Una figura che non ha alcun ruolo riconosciuto, né alcuna possibilità di entrare a far parte di qualche ordine professionale. Insomma, non …
L’università ha da poco pubblicizzato la figura dello specialista in igiene e sanità animale, un ruolo professionale che dovrebbe andare ad arricchire la gestione igienico-sanitaria degli allevamenti animali e ittici. «Una figura che non ha alcun ruolo riconosciuto, né alcuna possibilità di entrare a far parte di qualche ordine professionale. Insomma, non ci sono sbocchi. Questo tipo di attività viene svolta solitamente dai medici veterinari, ed è evidente che continuerà a essere così, perché le aziende preferiscono rivolgersi a un professionista la cui competenza sia riconosciuta in tutta la gestione dell’azienda (attività clinica, gestione del farmaco eccetera). Invece, si crea confusione tra figure professionali. Lo stesso accade anche per il corso di laurea in Scienze della produzione animale, pure in questo caso i laureati si devono adattare ai lavori che trovano, non sempre attinenti con gli studi compiuti», afferma Renato Del Savio, presidente dell’ordine dei medici veterinari. Del Savio non intende assolutamente «disconoscere il ruolo dell’università, che invece dovrebbe svolgere un ruolo più alto di collegamento soprattutto con il mondo della ricerca, quello della professione e dell’utenza. Nell’attivazione dei corsi di laurea gli incontri con gli ordini professionali si sono fatti dopo che ormai era già stato tutto deciso, quando anche qualsiasi contributo o suggerimento erano vani». Il presidente dell’ordine tira in ballo, inoltre, anche le scuole di specializzazione e i corsi di specializzazione proposti dall’università: «Per dare il giusto valore alla facoltà dovrebbero essere tenuti da personale interno», afferma Del Savio. Oggi i duecento iscritti all’Ordine dei medici veterinari sono chiamati a eleggere il consiglio che durerà in carica fino al 2005. Il presidente segnala pure un altro problema della categoria, che è quello del confronto con le parti sociali sul ruolo del veterinario. «Per ottenere la fiducia dei consumatori andrebbe rivista la catena dei controlli, riconoscendo il ruolo del veterinario aziendale professionista che conseguentemente dovrebbe venire controllato dai professionisti delle Aziende sanitarie, mentre nulla vieta che il veterinario privato e il medico controllore dell’Azienda sanitaria siano la stessa persona», rileva ancora Del Savio. Il presidente dell’Ordine dei medici veterinari fa riferimento anche ai casi di Bse, rilevati sia in Friuli sia in altre parti d’Italia e non solo. «Quando sono successi questi episodi hanno parlato tutti, tranne i veterinari che sono stati interpellati alla fine», commenta Del Savio.
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