La Federazione degli Ordini dei Farmacisti italiani ritiene “irregolari” le ricette prive del codice allevamento. intervento del SIVeLP
La Federazione Ordini Farmacisti Italiani ha diffuso una circolare, inviata anche al Ministero della Salute, dove precisa di ritenere ” irregolari ” le ricette veterinarie in triplice copia prive del codice di allevamento, invitando quindi le farmacie a non dare corso a tali prescrizioni. Il codice di allevamento è una sigla alfanumerica, …
La Federazione Ordini Farmacisti Italiani ha diffuso una circolare, inviata anche al Ministero della Salute, dove precisa di ritenere ” irregolari ” le ricette veterinarie in triplice copia prive del codice di allevamento, invitando quindi le farmacie a non dare corso a tali prescrizioni. Il codice di allevamento è una sigla alfanumerica, attribuita dal Servizio Pubblico veterinario ad ogni azienda zootecnica, utilizzato a scopo di anagrafica, anche senza l’identificazione dell’indirizzo dell’azienda. La ricetta veterinaria richiede il codice allevamento con la condizione “se previsto”. La FOFI, sulla base di valutazioni interpretative, ritiene che il codice allevamento sia da considerarsi come previsto sempre, e quindi in sua mancanza la ricetta sia irregolare. Come rileva anche la circolare, attualmente la maggior parte delle prescrizioni veterinarie sono prive di questo codice, per fatto logistico: molto spesso l’allevatore non ne è a conoscenza, o comunque non è un dato immediatamente disponibile. Pensiamo al nostro codice fiscale: non tutti sono in grado di sciorinarlo immediatamente ed esattamente, alla richiesta di fornirlo. A ciò si aggiunge il fatto che in diverse realtà del territorio nazionale non si è ancora completata l’applicazione del D.Lgs 336/99, che prevede appunto la determinazione del codice specifico per ogni azienda in cui si allevano animali produttori di alimenti per l’uomo. Il S.I.Ve.L.P., pertanto, pur condividendo l’importanza di questo dato nel garantire il controllo sulla commercializzazione ed utilizzo del farmaco e come quest’ultimo elemento sia di fondamentale importanza per la sopravvivenza e l’eventuale auspicabile rilancio delle produzioni zootecniche nazionali, è intervenuto presso la F.O.F.I. ed il Ministero della salute per richiedere, al momento, una ragionevole applicazione (quindi non tassativa) della circolare, onde evitare conseguenze penalizzanti per l’attività veterinaria e soprattutto per un settore in fase di profonda difficoltà per le note vicende che lo hanno di recente coinvolto.
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