ROMA, 16 SET – Un gruppo di ricercatori francesi e americani ha messo in evidenza il ruolo di alcune cellule del sistema immunitario che sarebbero in grado di trasportare come un taxi fino al cervello le proteine prioniche, gli agenti responsabili delle encefalopatie spongiforme umana e bovina. I risultati …
ROMA, 16 SET – Un gruppo di ricercatori francesi e americani ha messo in evidenza il ruolo di alcune cellule del sistema immunitario che sarebbero in grado di trasportare come un taxi fino al cervello le proteine prioniche, gli agenti responsabili delle encefalopatie spongiforme umana e bovina. I risultati delle ricerche, condotte per ora su animali di laboratorio, vengono pubblicate sulla rivista Journal of Clinical Investigation. Lo studio, condotto dall’immunologo dell’Inserm Pierre Aucounturier, ha individuato il ruolo di trasporto dei prioni da parte delle cellule dendridiche verso il cervello. Per penetrare nell’organismo, ricordano i ricercatori, i prioni patogeni usano la via digestiva; ma prima di arrivare al cervello (che poi si trasforma a causa della loro azione patologica come una spugna) l’agente patologico si deve moltiplicare e il sistema immunitario in qualche modo si fa complice. Secondo gli studiosi la produzione e l’accumulo di proteine prioniche avverrebbe negli organi linfoidi secondari come i gangli linfatici. In questa fase si instaura una specie di «linfo-invasione» ad opera delle cellule dendridiche. Queste cellule, ricordano gli studiosi, sono localizzate soprattutto nella pelle e nelle mucose dell’organismo (i tessuti che rivestono gli organi in contatto con l’esterno) e hanno il compito di catturare le molecole antigeniche. Inoltre tali cellule avrebbero anche la capacità di accompagnare la «neuro-invasione». Gli esperimenti condotti con cellule dendridiche introdotte in topi infettati, ma incapaci di ammalarsi perchè privi di linfonodi, mette in evidenza, secondo gli immunologi, il ruolo di vettori delle cellule dendridiche. Gli studi sono appena agli inizi ma promettenti, affermano i ricercatori, e le cellule dendridiche potrebbero diventare un mezzo terapeutico potenziale per bloccare la migrazione dei prioni malati verso il cervello.
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