Anche l’Italia si avvia all’utilizzo dei microchip per l’anagrafe animale. Entro il 2002 in tutte le Regioni. Incontro presso il Ministero della Sanità.
Il giorno 11 settembre u.s. si è tenuto a Roma presso la direzione dei Servizi Veterinari del Ministero della Sanità un incontro, avente per oggetto: “Attuazione della Legge 281/91. Anagrafe dei cani”. A tale incontro, svoltosi con la presenza dei rappresentanti dei servizi veterinari di tutte le regioni d’Italia, ha partecipato, …
Il giorno 11 settembre u.s. si è tenuto a Roma presso la direzione dei Servizi Veterinari del Ministero della Sanità un incontro, avente per oggetto: “Attuazione della Legge 281/91. Anagrafe dei cani”. A tale incontro, svoltosi con la presenza dei rappresentanti dei servizi veterinari di tutte le regioni d’Italia, ha partecipato, in rappresentanza dei Veterinari Liberi Professionisti, il SIVeLP, nella persona del Vice Segretario Nazionale Dott. Sergio Pappalardo. Argomento della riunione era il dibattere e stabilire criteri uniformi dell’anagrafe canina, da attuarsi tramite microchips. Il Ministero era rappresentato dal Dott. Romano Marabelli, Direttore Generale dei Servizi Veterinari Italiani. Nella sostanza il Ministero pone tre quesiti ai veterinari pubblici e privati: 1) Siete favorevoli all’adozione dei microchips per l’anagrafe canina? 2) Siete d’accordo ad informatizzare i dati raccolti con l’anagrafe e che il Ministero svolga la funzione di raccolta e/o coordinamento dei dati di ogni regione? 3) Siete d’accordo che, per l’attuazione del progetto di anagrafe e randagismo, le regioni contribuiscano al 50% con il Ministero per raggiungere la cifra di 22,4 miliardi in tre anni? Ovviamente quest’ultima domanda era rivolta ai rappresentanti regionali. La tendenza generale è stata di piena collaborazione ed anche di uniformità di vedute. Nella disamina dell’argomento sono emersi alcuni punti salienti: – L’alto numero dell’Italia di rifugi (canili) e di soggetti ricoverati, con un trend in aumento. – La necessità della diffusione della consapevolezza della necessità delle sterilizzazioni, sia per i soggetti randagi che per i cani padronali meticci, i cui eventuali cuccioli sarebbero di difficile “piazzamento”. – L’esigenza di una riduzione dei costi di mantenimento dei cani ricoverati, oltre a un controllo più severo atto a verificare la reale condizione dei cani ricoverati; – E’ auspicabile il passaggio dal tatuaggio al microchip. Per quanto riguarda la raccolta dati, valutando tutte le implicazioni relative alla privacy, questi potrebbero essere centralizzati al Ministero. – Il Direttore Marabelli faceva notare inoltre che per svuotare i canili si era anche ricorsi alla creazione della figura di “cane di quartiere”, con alcuni aspetti contrastati. Nella discussione si evidenziava subito che entro il 2002 tutte le Regioni attueranno il passaggio al microchip, che comunque già adesso gode di una larga diffusione. La maggior parte delle regioni si avvalgono già della collaborazione dei liberi professionisti con piena soddisfazione in quanto, rispetto a quando tatuaggi e microchips erano di sola pertinenza AASSLL, hanno notato una crescita esponenziale dei dati raccolti. In pratica, il Ministero dovrebbe fungere da ufficio di smistamento: letto un microchip, per sapere a quale Regione fare riferimento per trovare i dati del proprietario e dello stesso cane, ci si dovrà collegare via internet con il Ministero. Una volta individuata la regione ci si dovrà collegare con la banca dati regionale, che fornirà i dati “individuali” dell’animale. Il SIVeLP ha richiesto la possibilità di fornire i LL.PP. di passwords per immettere direttamente in rete i dati dei proprietari, permettendo uno snellimento burocratico notevole, ampliando la discussione, all’argomento sterilizzazione, facendo presente che sarebbe riduttivo occuparsi solo di anagrafe e che non bisogna disgiungerla dalle sterilizzazioni e dalle zoonosi, tre temi appartenenti allo stesso problema: il randagismo. Senza dubbio i canili devono essere svuotati, però, non buttando i cani fuori dopo averli ribattezzati “cane di quartiere”, ma applicando un serio piano di sterilizzazioni e di risanamento zoonosico. In altre parole non bisogna dimenticare che i canili non devono diventare dei lager o dei serbatoi di zoonosi come la leismaniosi, presente ormai nella maggior parte dell’Italia costiera. Il SIVeLP ha rilanciato la proposta di piena collaborazione, con le Regioni e con la medicina veterinaria pubblica in generale, rilevando la disponibilità dei LL.PP. a collaborare ad un serio piano relativo alle sterilizzazioni, che dovrebbero essere eseguite a tappeto sia sulle femmine che sui maschi (tramite orchiectomia o vasectomia). Il dibattito è continuato ampliato a questi temi. Interessante il suggerimento dellla collega Moda, Responsabile dei Servizi Veterinari piemontesi, che ha auspicato la nascita della figura del veterinario libero professionista responsabile dei canili. L’incontro, che senz’altro è stato positivo anche se ancora interlocutorio, si rivela comunque molto interessante per gli sviluppi futuri, che non mancheremo di divulgare! Alla pagina forum, il dibattito: Microchip e anagrafe canina, randagismo. Intervenite!
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