Il Ministro del Welfare, dal Corriere della Sera, promette interventi sulle casse dei professionisti. Afferma infatti che “tutti o quasi questi regimi non sono sostenibili nel lungo periodo”. Elsa Fornero conosce bene la materia, in particolare per la veterinaria: è firmato da lei il documento del 2003 “SOSTENIBILITÁ ED …
Il Ministro del Welfare, dal Corriere della Sera, promette interventi sulle casse dei professionisti. Afferma infatti che “tutti o quasi questi regimi non sono sostenibili nel lungo periodo”. Elsa Fornero conosce bene la materia, in particolare per la veterinaria: è firmato da lei il documento del 2003 “SOSTENIBILITÁ ED EQUITÁ DEL REGIME ENPAV NEL LUNGO PERIODO” (Università di Torino e CERP). Qualcuno parla apertamente di risparmi dei professionisti bruciati. La libera professione vede nell`ENPAV l`unica speranza di pensione. Non abbiamo infatti lo Stato ad assisterci al termine della carriera lavorativa. Perciò chiediamo la massima chiarezza e trasparenza. Oggi siamo infatti la categoria di professionisti con il reddito pro-capite più basso e questo si riflette in versamenti previdenziali ben poco consistenti. In più la dinamica di ingresso alla professione, con il boom delle facoltà che l`Italia -unico Paese d`Europa- ha registrato, vede quasi metà dei veterinari laureati negli ultimi dieci anni. Significa aver raddoppiato i colleghi senza che vi sia stato un analogo aumento della popolazione (né tanto meno di allevamenti e/o animali da compagnia). La crisi potrebbe portare una maggiore attenzione al reddito futuro e quindi, appena questa consapevolezza di scarse speranze reddituali toccherà l`opinione pubblica, possiamo legittimamente aspettarci una contrazione del numero di nuovi veterinari. Quindi pochi professionisti a pagare le pensioni del “baby-boom veterinario” a cavallo del millennio. Si tocca anche il delicato argomento della retribuzione dei neo-laureati. Il Sivelp ha più volte denunciato il loro sfruttamento, con collaborazioni a partita iva che aggirano l`assunzione. Questo si trasforma in concorrenza sleale nei confronti delle strutture più piccole o più corrette. “Penso che un ciclo di vita che funziona e` quello che permette ai giovani di entrare nel mercato del lavoro con un contratto vero, non precario – afferma il Ministro Fornero – Ma un contratto che riconosca che sei all`inizio della vita lavorativa e quindi hai bisogno di formazione e dove parti con una retribuzione bassa che poi salirà` in relazione alla produttività. Insomma, io vedrei bene un contratto unico, che includa le persone oggi escluse e che pero` forse non tuteli più` al 100% il solito segmento iperprotetto”. Certamente nel mondo delle partite iva non sappiamo cosa sia l`iperprotezione, ma chiediamo almeno regole semplici, contabilità ed adempimenti meno onerosi, e lotta al doppio lavoro, spesso in nero, dei dipendenti pubblici.
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