Il welfare dei liberi professionisti -è cosa risaputa- è agli antipodi di quello dei dipendenti. Avere una Cassa di Previdenza autonoma, ma ingabbiata nei rigidi meccanismi di sostenibilità, non permette grandi margini di manovra. Lo Stato non assiste le professioni liberali esercitate in forma autonoma, da sempre considerate quasi alla stregua di sedi di privilegio economico. Per questo le tutele assistenziali degli altri cittadini ricadono sul bilancio di tutti, mentre per i liberi professionisti, in nome dell’autonomia degli enti previdenziali, non sono previsti ripianamenti o compensazioni, anche se paghiamo le tasse come tutti. Accade dunque che una veterinaria si veda riconosciuto l’assegno di maternità, ma dovrà quasi subito restituirlo sotto forma di contributi previdenziali, in quanto l’obbligo di versamento non è interrotto. Questo anche se spesso non è in grado di esercitare la professione nei mesi precedenti.
Il SIVeLP consapevole del fatto che la nostra categoria non ricade tra quelle privilegiate -quanto a redditi da lavoro autonomo- si fa carico delle giuste rivendicazioni delle Colleghe.
Riteniamo che una proposta sensata potrebbe essere quella di dare la possibilità di scegliere di sospendere quell’annualità contributiva, aggiungendo un pari periodo agli anni lavorativi necessari ai fini pensionistici. Sicuramente è presumibile che una mamma abbia maggiori difficoltà economiche alla nascita di un figlio che al termine della carriera lavorativa. Il prolungamento del periodo lavorativo garantirebbe la sostenibilità contributiva.
Speriamo che la nostra proposta sia valutata positivamente, pur consapevoli dei delicati meccanismi attuariali che regolano le nostre casse di previdenza ed assistenza. Se poi qualche balzello legale dovesse ostacolare un sacrosanto diritto ci attendiamo che si trovi il modo di superarlo, magari in concorso con altre categorie di professionisti, accomunati da medesime problematiche.
SIVELP
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