“Non è necessario, e spesso è anzi controproducente per le indagini, che venga coinvolto il Servizio veterinario” “al fine di redigere certificati di buona o cattiva salute degli animali”.
La gravità di quanto riporta la Federazione degli Ordini dei Veterinari nel suo sito ufficiale è tale da lasciare interdetti. Il Veterinario è controproducente nel certificare la salute degli animali?
Auspichiamo che quella che si definisce rappresentanza esponenziale della professione si muova in tutte le sedi, comprese quelle legali per rimediare al vulnus recato alla categoria. Questa è la vera serie B della nostra professione! A noi pare non basti la reazione, come cantava F. De Andrè “che fa? si costerna, s’indigna, s’impegna poi getta la spugna con gran dignità”.
Le responsabilità sono chiaramente da attribuire a chi ha svenduto la nostra dignità per accreditare soggetti di ogni genere, che finiscono per sostituirsi al Veterinario persino in quanto MEDICO, cioè in grado di valutare la salute degli animali.
Parrebbe che la nostra professionalità costituisca semplicemente un “interferenza”. Non ci stiamo più ad apparire come scodinzolanti cagnolini pronti ad approvare, o quantomeno fingere di non vedere, ogni roboante sigla che prima si abbevera fugacemente da chi ha percorso un lungo ed impegnativo iter formativo per essere abilitato alla professione, e poi ne annebbia il ruolo. Quanta responsabilità vi è nell’imprudente credito aperto in ogni sede a chi ora misconosce la nostra figura e costituisce persino una minaccia -per nulla velata- al nostro ambito professionale, in special modo quello delle produzioni animali? Certo, siamo franchi, qualcuno ha già avuto i suoi benefici, qualcun’ altro si illude di averli in futuro, abilitato a formare a sua volta altri esimi concorrenti, altri ancora si sono pavoneggiati al fianco di chi ora ci reietta, convinto di trarne vantaggio o solo improvvido artefice delle fortune altrui.
È ora di dire basta ai compromessi, perché la spartizione delle spoglie di quella che in passato fu una professione decorosa ha ormai raggiunto il limite estremo. Altro che veterinario nel piatto, qui è cotto e servito! Non è una delegittimazione della sola veterinaria pubblica, ma sta passando un chiaro messaggio che la componente medico-scientifica della nostra professione è sostituibile con altri (come i GPG), pur formati in base alle leggi vigenti, ma non certo abilitati dallo Stato alla Medicina Veterinaria. Speriamo sempre in un sussulto di dignità che faccia rendere conto ai colleghi ed ai cittadini dei rischi che si corrono ad intraprendere certe strade. E la veterinaria raffreddi gli entusiasmi, dopo i tagli dei redditi ed occupazionali, vediamo ufficializzare definitivamente la nostra inutilità.
Dum Romae consulitur (di etichettare veterinari e veterinaria), Saguntum expugnatur!
SIVeLP
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