Ancora una volta fondi pubblici della sanità andranno a finire nella voragine del randagismo.
Da Ministero e ENPA progetto pilota controllo randagismo in Basilicata
Nell’ambito delle strategie del Ministero della Salute per la tutela e il benessere animale, si è tenuto stamane un incontro promosso dal Sottosegretario Vito De Filippo a cui hanno preso parte il Presidente dell’ENPA (Ente Nazionale per la Protezione Animali) Carla Rocchi, il Direttore Generale dell’ASP (Azienda Sanitaria di Potenza) Gianni Bochicchio, il Direttore del Dipartimento Prevenzione dell’ASP Vito Bochicchio, per la definizione di un progetto nazionale per il controllo del fenomeno del randagismo.
Nel corso dell’incontro è stato deciso che l’iniziativa “Cresceteli, non moltiplicateli” prenderà il via il prossimo 15 giugno con un progetto pilota nella Regione Basilicata che coinvolgerà le due aziende sanitarie locali ed il coordinamento operativo territoriale della ASP di Potenza.
L’iniziativa, che vede il ruolo attivo dell’ente di protezione animali, prevede il controllo del fenomeno del randagismo attraverso interventi di sterilizzazione sistematica di questi animali da compagnia. (Fonte: www.salute.gov.it – Data comunicato: 19 maggio 2015)
La legge è del 1993 ma il randagismo resta un problema ed una continua emergenza.
Si affonta sempre nella stessa maniera, cioè dando fondi a pioggia e con campagne di sterilizzazione gratuita, usando risorse pubbliche anche per i privati.
Se ne parlava nel 2010 poi 2012 e già nel 2013 qualcuno si chiedeva con quali risultati: non vi sono risultati perchè esaurire un emergenza equivale a chiudere i rubinetti dei fondi pubblici.
Sivelp ribadisce che il randagismo è un business, come hanno ampiamente dimostrato l’inchiesta “MAFIA CAPITALE” che ha coinvolto i canili di Roma ed innumerevoli altre. Si può tentare di sconfiggerlo non con vantaggi a mantenere il fenomeno, ma con attività di dissuasione verso la gestione illegale dei cani, il commercio in nero delle donazioni ed adozioni, le gratuità al posto dei contributi di solidarietà sui cani non sterilizzati. L’intervento pubblico genera un indotto perverso. Non è economicamente sostenibile dal Sistema sanitario, tanto meno se coinvolge ONLUS che erogano prestazioni non tassate a persone perfettamente in grado di pagare quanto dovuto per gli animali da compagnia che, non dimentichiamolo, non sono un obbligo per nessuno.
SIVeLP