Il soccorso agli animali deve essere prestato da professionisti della sanità.
Premesso che la legge stabilisce già competenze per i selvatici, come quella del Corpo Forestale con tanto di lampeggiante blu per il pronto intervento e che, negli animali da reddito, si rischia di arrivare al punto di non poter prestare soccorso veterinario perché ne viene sancito l’abbattimento allorché non sono in grado di spostarsi autonomamente, resta il grande capitolo degli animali da compagnia.
Si dovrebbe presupporre che il proprietario di un cane o di un gatto siano in grado di trasportare autonomamente i loro animali dal veterinario di fiducia, nella maggior parte dei casi. I randagi, lo diciamo da tempo, dovrebbero rappresentare un fenomeno destinato a soluzione, leggi vigenti permettendo.
Possiamo anche ipotizzare l’utilità di un auto-medica, con cui eventualmente il veterinario possa prestare i primi soccorsi sul posto, veicolo da intendere come bene strumentale per l’attività. Nei casi in cui l’animale abbia bisogno di essere trasportato presso la struttura curante, riteniamo assolutamente necessario che questa attività rimanga di esclusiva competenza del medico veterinario. Le procedure di soccorso e trasporto di animali sono difficili da schematizzare in modo semplice, come in medicina umana, quindi la stessa trasportabilità e la relativa urgenza possono essere espresse unicamente da chi ne ha le competenze medico-scientifiche. Vi sono inoltre problemi di sicurezza dell’operatore, in quanto le reazioni al dolore dell’animale sono spesso imprevedibili, come ben possono testimoniare coloro che sono stati oggetto di aggressione o semplice, istintiva, difesa.
Non sempre chi ha prestato soccorso si è ritrovato con un innocuo graffio. Ci sono evidenze di trasmissione di malattie gravi infettive ed il pericolo è particolarmente elevato in realtà dove sono presenti patologie ad alto rischio specifico, come la rabbia silvestre. Non si dovrebbero sottovalutare gli aspetti sanitari nel caso in cui si trasportino animali su medie distanze, ove lo spostamento stesso possa veicolare malattie infettive o infestive in aree indenni; le conoscenze epidemiologiche del caso sono patrimonio unicamente del medico veterinario. Solamente il medico veterinario ha gli strumenti per valutazioni di interesse e sicurezza pubblica e queste prerogative noi difendiamo e chiediamo siano riconosciute.
Lasciamo al legislatore valutare limiti e risorse di un eventuale intervento pubblico, a carico della Sanità e quindi dei cittadini; da parte nostra continuiamo a perseguire l’idea di proprietari responsabili ed animali ben accuditi.
SIVeLP
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