26/07/2002 News4 Minuti

Contestata l’affidabilità del nuovo test BSE

Sivelp

ROMA – L’inchiesta della cronaca di Roma del Nuovo sull’assenza di controlli per la carne bovina in vendita nei mercati romani ha avuto una svolta imprevista. Il Movimento Difesa del Cittadino, una associazione nazionale di consumatori, ci ha segnalato una notizia che sta circolando negli ambienti scientifici e nei ministeri ma …

ROMA – L’inchiesta della cronaca di Roma del Nuovo sull’assenza di controlli per la carne bovina in vendita nei mercati romani ha avuto una svolta imprevista. Il Movimento Difesa del Cittadino, una associazione nazionale di consumatori, ci ha segnalato una notizia che sta circolando negli ambienti scientifici e nei ministeri ma che ancora non è stata pubblicizzata. Migliaia di test effettuati preventivamente in questi mesi sugli animali vivi sono inattendibili e si basano addirittura su presupposti scientifici ancora non sufficientemente documentati sperimentalmente. Ecco la storia, che rischia di essere l’ennesima “bufala” all’italiana, come la terapia anticancro alla somatostatina del dottor Di Bella o il vaccino, sempre anticancro, che negli anni ’60 il veterinario dottor Bonifacio ricavava in Lucania dalle capre. I protagonisti in questo caso sono due stranieri: il neuropatologo canadese dr. Enrique Freddy e la moglie, una veterinaria tedesca. La coppia ha fondato una azienda in Germania, la Altegen, che ha messo a punto il “BSE plus test”, un test di seconda generazione per verificare la positività di animali colpiti da BSE. La novità rivoluzionaria del test consisterebbe nel fatto che può riscontrare la presenza della BSE nell’animale vivo e prima dei 24 mesi previsti dal test di prima generazione. Il vantaggio è evidente, soprattutto per gli allevatori: ne ricaverebbero la certezza di avere animali sani, senza il rischio di dover distruggere una intera stalla in caso di accertamento di BSE in un animale. I due medici hanno presentato nel marzo corso alle autorità governative italiane i risultati della loro ricerca. Il Ministero della salute ha commissionato uno studio all’Istituto di microbiologia e immunologia veterinaria dell’Università di Milano, diretto dal professor Poli per studiare il test. Allo studio ha collaborato anche l’associazione italiana allevatori. Il rapporto è stato presentato al Ministero della salute e ilNuovo è in grado di anticipare le conclusioni. Il verdetto è chiarissimo:”Il test non è attendibile e deve essere tolto dal mercato”. Ma c’è di più: secondo i ricercatori, il principio fondamentale delle cosiddette “prionine”, come sono stati chiamati gli anticorpi la cui presenza dimostrerebbe secondo il Dr. Freddy la BSE latente, “non ha alcun fondamento scientifico documentato”. I risultati del “BSE plus test” quindi sono del tutto privi di ogni sicurezza. Sicuro è invece il business che già si è sviluppato intorno a questo test. Il kit costa 30-35 € e già ne sono stati venduti almeno trentamila. La Microbio di Fossano, in provincia di Torino, che distribuisce in Italia il kit della Altegen, contesta le conclusioni della commissione Poli con la motivazione del numero insufficiente di sperimentazioni effettuate sul test e chiede invece che sia sperimentato su larga scala, cioè su centinaia di migliaia di animali. Intanto spinge per il riconoscimento del brevetto, che finora non è stato concesso in nessun Paese del mondo e neppure dalle autorità comunitarie. Il dr. Freddy vuole essere ricevuto dal Ministero della sanità e da quello dell’agricoltura italiani. Chissà perchè non chiede udienza ai ministri del suo Paese, il Canada, o a quelli della sua signora, la Germania. Sembra che lì le autorizzazioni per i brevetti siano molto più severe.

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