Una traduzione rivisitata
In data 28/06/2017 FNOVI attraverso la propria Newsletter dirama il comunicato “FNOVI: la vaccinazione e la sua certificazione sono un atto medico veterinario” dove, con un rimando al comunicato stampa del 23/06/2017 “FNOVI: “LA VACCINAZIONE FONDAMENTALE PER LA TUTELA DELLA SALUTE”” si fa capo a quanto avvalorato dall’Assemblea Generale dell’FVE in data 09/06/2017 ossia che la vaccinazione è un atto medico veterinario.
Fino a qui nulla di male.
Il problema sorge andando a leggere il documento ufficiale dell’FVE.
Infatti, alla prima riga del sommario dice: “Vaccination of all animals – both livestock and companion animals – is and should always remain a veterinary act“ e quindi parla delle vaccinazioni di tutti gli animali, specificando sia gli animali da reddito che da compagnia.
FNOVI, invece, si premura di sottolineare più volte come tale presa di posizione della FVE riguardi gli animali da compagnia e come sia fondamentale che il proprietario fornisca una serie di elementi (non meglio definiti) al fine di decidere il piano vaccinale ed evitare vaccinazioni non adeguate “come accade nei cuccioli importati illegalmente”.
Tale comunicato della FNOVI è estremamente condivisibile se è stato fatto per evitare un allontanamento delle attività di profilassi negli animali da compagnia dalla competenza del medico veterinario, tuttavia lascia perplessi su come sembra che FNOVI si ricordi dei medici veterinari che si occupano di animali da reddito solamente quando ci sono da fare eventi formativi riguardo le sanzioni derivanti dall’uso dei medicinali veterinari in allevamento.
Alessandro Sadocco – Segreteria Nazionale SIVeLP
“Vaccinazioni troppo precoci come ai cuccioli importati illegalmente??” Se è un mercato illegale, mi stupisco che si preoccupino di fare la profilassi vaccinale!!
La frase avrebbe avuto più senso, senza l’avverbio che richiama al reato.
Troppo spesso dimentichiamo che l’importazione di cuccioli esiste, è un mercato consentito, normato, controllato, LEGALE, che da lavoro al mondo veterinario libero professionale ma anche pubblico con buona pace di chi vede il male nel mercato economico, ma tace e appoggia le staffette di animali malati, defedati e dalla salute precaria ancorchè per scopi “umanitari”.