“A questo punto, bisogna ammettere che l’azione di Governo pecca di schizofrenia.”
Commenta così il Presidente Mancuso la notizia del piano di dismissione immobiliare degli enti di previdenza pubblici e privati, proposta dal Ministro Riccardi.
” Innanzitutto devo rammaricarmi del fatto che discussioni su tematiche di così fondamentale importanza vengano affrontate senza interpellare i diretti destinatari, ovvero gli enti previdenziali, che nulla sapevano di questo progetto e l’hanno dovuto apprendere direttamente dalla stampa.
Le Casse previdenziali privatizzate hanno appena affrontato un impegnativo iter di riforma necessario per assecondare la richiesta del Ministro Fornero, un saldo previdenziale positivo prospetticamente a 50 anni, richiedendo anche sacrifici ai propri iscritti.
Nel calcolo di tale saldo, le Casse non hanno potuto utilizzare la posta patrimoniale perché, come espressamente sottolineato dai Ministeri vigilanti, essa svolge solo la funzione di garanzia per compensare eventuali disavanzi non strutturali del sistema, con l’inevitabile conseguenza che il patrimonio delle Casse crescerà in modo esponenziale senza poter essere utilizzato, se non in modo residuale ed eccezionale, per soddisfare l’obiettivo della sostenibilità.
Ora, un altro Ministro impone agli Enti previdenziali di svendere il medesimo patrimonio, dimezzandone il valore di mercato.
Senza considerare che, al prezzo imposto di 150 volte il canone d’affitto, si rende concreto il rischio di ottenere una perdita rispetto al prezzo di acquisto rivalutato e di andare incontro, tra l’altro, a richiami e sanzioni da parte della Corte dei Conti.
Imporre per decreto la vendita del proprio patrimonio immobiliare a degli Enti privatizzati,è, già di per sé, pretesa incostituzionale e irricevibile.
Ma, soprattutto, la pretesa del Ministro Riccardi impedirebbe alle Casse di tutelare i propri iscritti e di garantire loro un emolumento pensionistico adeguato.
Il nostro patrimonio, infatti, deriva da investimenti fatti con i versamenti contributivi dei professionisti alla propria Cassa privatizzata e anche dal rendimento di quel patrimonio dovrebbero derivare i pagamenti delle pensioni degli stessi professionisti.”
Così, dopo averci richiesto innumerevoli dimostrazioni della nostra sostenibilità e della nostra capacità di erogare prestazioni adeguate, il Governo ci impedisce di assolvere il nostro impegno previdenziale.
In realtà l’ENPAV non verrà direttamente toccato dalla proposta, in quanto il nostro Ente non è locatario di immobili con le caratteristiche indicate dal Ministro, ma sono comunque compartecipe della preoccupazione dei colleghi Presidenti delle altre Casse che, invece, ne avrebbero un ritorno pesante.
E’da sottolineare che le Casse non si sono mai tirate indietro, e anzi si sono rese protagoniste, in tutte le occasioni in cui il Governo le ha chiamate a far la loro parte per il benessere sociale del Paese, come nei recenti investimenti di social housing.
Bene fa allora il Presidente AdEPP Camporese a voler ricorrere alla Corte Costituzionale, per porre un freno ai tentativi di invasione della nostra sfera di autonomia da parte dei Ministeri che da vigilanti rischiano di divenire violanti .”
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