Riceviamo segnalazioni di controlli domiciliari da parte di Guardie Zoofile, con tanto di valutazione di dati sanitari.
La procedura ha lasciato piuttosto sorprese le persone destinatarie dell’intervento ed il Sindacato ritiene doveroso portare all’attenzione dell’opinione pubblica alcune incongruenze, nel metodo e nel merito.
Viene comunicato che persone con divise particolarmente simili a quelle di Guardie Forestali o Finanzieri si presentano presso private abitazioni con l’unico mandato di una “regolare segnalazione” e svolgono ISPEZIONE DI DIMORA PRIVATA. Sul modulo prestampato del “verbale di accertamento” si parla di consenso del proprietario, ma tale consenso sarebbe ottenuto, a quanto ci è stato riferito, facendo intravvedere non meglio precisati “risvolti penali”, derivanti dal possesso degli animali. All’ispezione si accompagnano ASSUNZIONE DI INFORMAZIONI e RILIEVI FOTOGRAFICI e talvolta richiesta di trasmissione di numero di microchip dei cani ad un numero fornito dai richiedenti.
Riteniamo del tutto comprensibile lo sbigottimento di chi è oggetto di pretesa d’accesso alla propria abitazione con tali modalità e condividiamo la preoccupazione per un eventuale utilizzo improprio, se non addirittura più grave, di eventuali sigle da parte di soggetti diversi da quelli autorizzati dalla legge.
In un momento di forte tensione sociale, quale quello attuale, infatti, furti e raggiri sono frequenti. Mentre da più parti si raccomanda agli anziani ed alle persone sole massima allerta nei confronti di eventuali disonesti, ci pare evidente che queste “ispezioni” non contribuiscono a mantenere chiarezza e trasparenza nei comportamenti.
Forse l’utilizzo dei dati raccolti e del materiale fotografico dovrebbe costituire materia di interesse per quanti si occupano istituzionalmente di privacy e di tutela della stessa.
Per quanto attiene la valutazione dello stato sanitario, la richiesta del libretto vaccinale, l’espressione di giudizi medico-veterinari, avanziamo tutte le nostre perplessità e riserve. Infatti, la professione medico-veterinaria è regolamentata dallo Stato e valutazioni di tal genere sono di competenza esclusiva del veterinario. La medicina veterinaria è e resta tale, con competenze tecniche, conoscenze scientifiche e responsabilità che le sono proprie. Di ciò si ha controprova anche dal verbale di cui nella fattispecie, in cui si parla di “vaccinare” cani contro la filaria, eventualità improbabile o meglio impossibile dal momento che non esiste alcun vaccino registrato a questo scopo in nessuno Stato dell’Unione Europea.
Parimenti, indagini e controlli sono attività delicate e complesse e l’Italia non può certo lamentare un deficit di soggetti istituzionalmente e professionalmente incaricati di espletarle. Certamente il difficile cammino della revisione normativa dovrebbe passare anche attraverso un’ attenta valutazione del rapporto “costi”/benefici per la collettività del modus operandi di simili realtà.
Angelo Troi – SIVeLP
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