Alcuni giorni fa ho avuto occasione di incontrare quattro colleghi neo laureati. Ho approfittato di questa opportunità per chiedere loro che sensazioni provassero al termine degli studi e quali aspettative coltivassero per il futuro. E’ nata , così, per caso questa intervista che mi ha ricordato gli inizi della …
Alcuni giorni fa ho avuto occasione di incontrare quattro colleghi neo laureati. Ho approfittato di questa opportunità per chiedere loro che sensazioni provassero al termine degli studi e quali aspettative coltivassero per il futuro. E’ nata , così, per caso questa intervista che mi ha ricordato gli inizi della mia carriera professionale e mi ha permesso di capire quanto sia cambiata la realtà lavorativa. Per completare questa premessa vorrei precisare che: la dr.ssa Sara Panzani e il dr. Federico Nobile sono interessati a svolgere la propria professione nel settore degli equini, la dr.ssa Chiara Manzoli eserciterà nell’ambito della buiatria, la dr.ssa Roberta Perego si occuperà di animali da compagnia. Come potete intuire leggendo le loro risposte sarà possibile avere uno spaccato rappresentativo dei maggiori ambiti della veterinaria. Ecco di seguito le domande e le relative risposte: 1-da dove nasce la scelta di diventare veterinari ? PANZANI S. Diversamente da molte altre persone non sono cresciuta col sogno di diventare un veterinario e di ” curare” gli animali, la mia e’ stata piu’ un sorta di “illuminazione”. E’ accaduto per caso alla fine del liceo, mentre aiutavo a soccorrere una cavalla di un mio amico che aveva delle brutte lacerazioni a seguito di una caduta sull’asfalto. Una cosa abbastanza banale, ma da quel momento ho sentito che quello era ciò che volevo realmente fare, quello per cui mi sentivo portata e che avrei sempre avuto la voglia di intraprendere, giorno dopo giorno. Perciò non ho fatto altro che seguire il mio istinto e il mio cuore per poi scoprire di aver fatto la scelta giusta andando avanti giorno dopo giorno nei miei studi. MANZOLI C Sinceramente non lo so! Certo è che quando mi sono iscritta al test per entrare a veterinaria pensavo che se non lo avessi superato non avrei proprio saputo a quale altra facoltà iscrivermi. Non mi interessava altro. PEREGO R E’ sempre stato un mio desiderio, fin da piccola, insieme a quello di diventare medico chirurgo; alla fine ho scelto medicina veterinaria per quella che credevo avesse maggiori possibilità lavorative e per la minor durata del corso di studi! Ai tempi dell’iscrizione all’università infatti non conoscevo personalmente nessun medico veterinario, ma solo alcuni amici che stavano già frequentando veterinaria e dai quali ho ricevuto qualche informazione sul futuro lavorativo. NOBILE F. Passione per gli animali in generale, soprattutto per i cavalli, che avevo sin da bambino. Fare il veterinario sapevo che sarebbe stato il mio lavoro. 2-gli studi universitari vi hanno dato la formazione per affrontare il mondo del lavoro? P.S. Credo che l’universita’ fornisca delle buone basi teoriche, anche se molti aspetti, soprattutto per quanto riguarda gli equini, non vengono abbastanza approfonditi. Il problema piu’ grosso e’ sicuramente la totale mancanza di preparazione pratica che viene fornita, in modo particolare sul cavallo. Si esce dall’universita’ senza aver mai fatto un’iniezione o dato un punto di sutura e questo rende impossibile iniziare la professione se non si e’ fatta della pratica all’esterno dell’universita’. M.C. Per quello che mi riguarda, ciò che ho imparato all’ università mi è stato utile, ma fino ad un certo punto! Da quando seguo un veterinario sul campo ho capito che ho ancora tanta strada da fare… Durante gli studi universitari ti insegnano a studiare sui libri ma in quanto a pratica si fa veramente poco e questo è un grande peccato! P.R. Direi ben poco: ci sono state fornite molte nozioni teoriche, ma poca sostanza, soprattutto per quanto riguarda la futura professione. Abbiamo avuto poche informazioni sul mondo del lavoro (stato del mercato lavorativo, eventuali master o corsi post- laurea da frequentare per migliorarsi, informazioni su scuole di specializzazione, stage organizzati dall’università in ambulatori vari per iniziare ad “impratichirsi”….) e quasi totale assenza di manualità vera e propria sugli animali. N.F. Assolutamente no,da questo punto di vista l’università italiana lascia molto a desiderare! Perchè se uno è interessato ai cani o ai cavalli deve studiare per 5 anni cose su cavalli, vacche, maiali, pecore, capre cani, gatti, pesci, conigli, uccelli etc.. delle quali non è assolutamente interessato ? Almeno gli ultimi due o tre anni di corso dovrebbero essere specifici. L’Attività pratica inesistente, se non per 3 mesi all’ultimo anno. 3-state facendo del tirocinio presso dei colleghi libero professionisti e se si che giudizio date? P.S. Sono ormai 2 anni che faccio un tirocinio pratico con un veterinario e altri suoi collaboratori. da qualche tempo poi frequento anche una clinica e…ora sono negli USA!! (piccola parentesi). Ritengo, per i motivi gia’ detti, che sia indispensabile se si vuole avere un contatto diretto con la realta’ della professione e se si vuole iniziare a mettere in pratica le nozioni imparate in universita’. Per questo ritengo positivo iniziare prima della fine degli studi, per essere piu’ preparati e per cercare di abbreviare i tempi, gia’ molto lunghi, per l’inizio dell’attivita’ professionale vera e propria. M.C. Ho scoperto, con dispiacere, che non si può praticare il tirocinio presso veterinari liberi professionisti, però mentre frequentavo il IV anno ho iniziato a seguire un veterinario per grossi animali perchè volevo imparare qualcosa di pratico e sono stata fortunata perchè ho trovato una persona che mi ha insegnato praticamente tutto ciò che avevo studiato sui libri. P.R. Si, ormai da tre anni. Mi sono trovata e tutt’ora mi trovo molto bene, anche se devo dire che fino a qualche mese fa di pratico sugli animali avevo fatto ben poco !!! Quello che sto facendo da qualche mese a questa parte (e che secondo il mio parere dovrebbe essere fatto già durante gli anni di studio tramite le strutture universitarie), è condurre una visita clinica completa, sia essa semplice oppure più complessa come una visita ortopedica o neurologica. Imparare ad emettere diagnosi, effettuare prelievi ematici. iniezioni sottocutanee, intramuscolari ed endovenose ecc N.F. Senz’altro utile.Anche in questo caso però la possibilità di fare pratica sull’animale è,per diversi motivi (responsabilità ,presenza del proprietario etc..)abbastanza ridotta. Anche frequentando una clinica il discorso cambia poco. Forse questo è uno dei motivi che spinge a frequentare tirocini all’estero. 4-cosa vi aspettate dalla professione e quali sono le vostre aspettative? P.S. Da una parte ci sono i sogni e dall’altra la realta’ . I primi sono quelli che ti hanno dato la spinta per affrontare gli studi, sono l’obiettivo verso cui uno tende e che secondo me e’ indispensabile sempre avere ben chiaro. La realta’, in questo momento, e’ abbastanza incerta e si presenta come una lunga strada in salita prima di raggiungere un certo equilibrio e iniziare una vera e propria attivita’. Sono convinta che sia necessario cercare di allargare il piu’ possibile le proprie conoscenze continuando a mantenersi aggiornati, e che sia necessario crearsi una “specializzazione” che permetta di avere una propria nicchia all’interno di un contesto piu’ generale quale il settore dei cavalli. Credo anche, pero’, che soprattutto nell’ambito del cavallo, questo non sia semplice, ma penso che con impegno, professionalita’, e pazienza, alla fine sara’ possibile. M.C. Mi aspetto sia soddisfazioni che delusioni, ma comunque questo lavoro mi renderà felice perchè è quello che ho scelto io! P.R. A meno di un mese dalla laurea, indagando, mi sono accorta di quanto sia difficile ultimamente trovare un lavoro, anche non ben retribuito, e soprattutto di quanta fatica sia necessaria per affermarsi nel mondo della veterinaria, perciò mi aspetto tanti sacrifici e sudore per raggiungere il mio obiettivo: essere un bravo clinico! N.F. Un bel periodo di disoccupazione senz’altro, seguito da anni di lavoro praticamente gratis,cose queste che avevo comunque già messo in conto. La mia necessità primaria in questo momento non è tanto il trovare lavoro,quanto l’imparare a farlo. Dopo anni in cui uno ha sempre e solo visto lavorare ,vorrebbe finalmente avere maggiori possibilità anche di fare.
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