30/12/2011 Editoriali2 Minuti

In Veneto il microchip non è più una priorità nella lotta al randagismo

Sivelp

La Regione Veneto smonta il principale strumento di lotta al randagismo: quello di legare il cane ad un proprietario e quindi sottrarlo al triste ruolo di “cane del Sindaco”. Si preferisce risparmiare una cifra irrisoria di microchip (poco più di un euro) piuttosto che avere la lungimiranza di evitare spese ben …

La Regione Veneto smonta il principale strumento di lotta al randagismo: quello di legare il cane ad un proprietario e quindi sottrarlo al triste ruolo di “cane del Sindaco”. Si preferisce risparmiare una cifra irrisoria di microchip (poco più di un euro) piuttosto che avere la lungimiranza di evitare spese ben maggiori alle Amministrazioni Locali. La Regione Veneto ha notificato l’impossibilità di finanziare per il 2011 l’acquisto dei microchip per l’identificazione dei cani. Fino ad oggi, in base alle linee guida approvate nel 2004 (delibera 877 del 6 aprile 2004), era previsto che presso le aziende sanitarie locali venissero consegnati gratuitamente ai veterinari libero professionisti i microchip. Tutto questo per semplificare le pratiche dei cittadini, ridurre i costi e raggiungere una maggiore efficacia nella lotta al randagismo. Si legge nella nota regionale «Si ritiene pertanto necessario rivedere profondamente l’accordo del 2004, sia relativamente alle procedure da adottare per la tracciabilità dei microchip, sia per quanto riguarda la possibilità di adottare sul territorio regionale nuove tariffe». La nota ricorda, inoltre, che sono tutt’ora in essere i contratti di acquisto stipulati dalle singole Usl con la ditta Opivi spa, aggiudicataria della gara d’appalto regionale (decreto 12 del 14 marzo 2011). Il SIVeLP ha sempre chiesto di incentivare l’identificazione dei cani, anche con opportuni controlli. La responsabilizzazione dei proprietari, che si attua con l’identificazione mediante il microchip, se applicata in modo sistematico e rigoroso porterebbe alla scomparsa dei canili, vera e propria forma di maltrattamento e voragine di spesa pubblica.

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