La castrazione dei suini. Il pensiero dell’Europa (e non solo). La tradizione italiana.
La data del 1°gennaio 2018 porterà la cessazione della castrazione chirurgica dei suini. Verranno adottate soluzioni diverse, ancora in divenire: sedazione dei soggetti, analgesia locale, impiego di presidi farmacologici. L’Europa ha deciso che il benessere animale è fondante anche nelle produzioni zootecniche (nelle varie commissioni ci sono rappresentanze di ONG …
La data del 1°gennaio 2018 porterà la cessazione della castrazione chirurgica dei suini. Verranno adottate soluzioni diverse, ancora in divenire: sedazione dei soggetti, analgesia locale, impiego di presidi farmacologici. L’Europa ha deciso che il benessere animale è fondante anche nelle produzioni zootecniche (nelle varie commissioni ci sono rappresentanze di ONG animaliste), ed in nome di questo vengono date delle direttive sicuramente opinabili. La sedazione generale dei soggetti è inapplicabile nelle strutture di allevamento degli animali; per l’analgesia locale non esistono al momento presidi autorizzati; per pura combinazione esiste un fattore anti-GnRH che blocca lo sviluppo dei testicoli, incidendo sul bilancio dell’allevatore italiano per una cifra pari a 5 euro (contro i ca. 0,15 euro della castrazione chirurgica odierna). Resta da dire che il metodo farmacologico è stato studiato per altri tipi di allevamento, vale a dire per i suini leggeri destinati al consumo fresco, e non per il suino pesante italiano, destinato alla produzioni di salumi pregiati, unici al mondo. Pertanto, sarebbe opportuno avanzare la richiesta di deroga per le nostre produzioni DOP, senza esimersi dalla ricerca di metodiche alternative, atte a placare la sensibilità dei consumatori.
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