Fantascienza canina: a NAPOLI la banca dati del DNA delle feci.
Napoli è all’avanguardia in Italia per l’anagrafe canina. No, non quella dei microchip, che identifica cane-proprietari, quella delle FECI!
Un ordinanza del Sindaco obbliga infatti i proprietari dei cani a recarsi presso l’azienda sanitaria per catalogare le feci del cane, tramite analisi del DNA. Ovviamente a spese della collettività.
Perdonateci la sorpresa, ma ipotizzare di creare una banca dati di feci di cane in un comune in cui non si riescono a catalogarne i produttori, ci pare quasi ironia. Se poi questo succede dove imperversa il vagabondaggio canino e si spendono milioni di euro per ospedali per randagi… Avremmo preferito la notizia di una separazione netta controllore-controllato che iniziasse dai microchip e tagliasse il business del randagismo. Ma non è questa la direzione: analisi pubbliche significa strutture pubbliche e pubbliche assunzioni. Si preferisce creare sempre nuovi giri di soldi pubblici attorno al fenomeno. Più si finanzia, più si radica; con buona pace della crisi, delle ristrettezze economiche, dei deficit della sanità.
SIVeLp continua a proporre che chi verifica i microchip non abbia altri interessi (es. esami, strutture, ambulatori per randagi), che promuova la sterilizzazione con tutti gli espedienti possibili, che si aiutino i proprietari meno abbienti a gestire la salute dei loro animali (che poi è di riflesso quella dei proprietari e della società) creando una ambiente realmente sostenibile ed animal-friendly.
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