13/01/2002 Editoriali7 Minuti

La Segreteria Regionale Lombardia presenta le proprie proposte in Commissione Regionale Sanità: la voce della Veterinaria in fase propositiva verso le istituzioni

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Milano, 10 gennaio 2002 …

Milano, 10 gennaio 2002 Intervento segreteria regionale S.I.Ve.L.P. presso Commissione III – Regione Lombardia Premessa: Nel sistema sanitario nazionale si attribuisce, al settore veterinario, la funzione di prevenzione, controllo e vigilanza. Deputati ad assolvere tale compito sono, in primo luogo, i colleghi delle A.S.L. in quanto dipendenti del Sistema Nazione stesso. Occorre, tuttavia, ricordare che, in Italia, ci sono quasi 13000 veterinari liberi professionisti (circa 3500 in Regione Lombardia) che svolgono un preziosissimo lavoro capillare sul territorio e concorrono, con i colleghi pubblici dipendenti, a garantire la sicurezza sanitaria ed alimentare. Non trascurabile, poi, è il ruolo importante che ricoprono nella prevenzione delle zoonosi, grazie al loro quotidiano contatto con i proprietari di animali siano essi da compagnia o da reddito. Nel Piano Socio Sanitario Regionale 2002-2004 si auspica il raggiungimento di alti livelli di garanzia di sicurezza per i cittadini., indicando, nel controllo di tutta la filiera della produzione degli alimenti di origine animale, il mezzo per raggiungere tale obiettivo. Da quanto sin qui spiegato risulta evidente che è necessario, ma forse sarebbe più opportuno dire indispensabile, armonizzare l’azione dei medici veterinari, siano essi dipendenti o liberi professionisti, che operano sullo stesso territorio, in modo che, nella specificità dei propri compiti e funzioni, sia, comunque, sempre tutelato e garantito il diritto del consumatore. Per questo vorremmo suggerire alla Vostra attenzione alcune proposte che riteniamo possano essere utili allo scopo. Strumenti legislativi: Già nell’articolo 13 del Decreto Legislativo n°196 del 22 maggio 1999 è possibile trovare delle chiare indicazioni, forse non ancora del tutto recepite: “Si identifica un sistema di reti di sorveglianza e si indicano gli obiettivi in: Comma 1……… a) attribuire qualifiche sanitarie ufficiali alle aziende e ai territori; b) mantenere le qualifiche attribuite mediante ispezioni ed accertamenti periodici; c) garantire il rispetto delle prescrizioni previste dal presente decreto e da qualsiasi altra norma in materia di polizia veterinaria. Comma 2 Del sistema di cui al comma 1 devono almeno far parte: a) gli allevamenti; b) il proprietario dell’azienda, la persona fisica o giuridica responsabile; c) il veterinario riconosciuto o quello ufficiale responsabile dell’azienda; d) il servizio veterinario dell’azienda unità sanitaria locale competente per territorio; e) gli istituti zooprofilattici sperimentali e qualsiasi altro laboratorio riconosciuto per la diagnosi veterinaria o per le analisi sui prodotti di origine animale; f) la banca dati di cui all’articolo 12.” L’attuazione di questa rete di sorveglianza, indurrebbe gli stessi produttori ad attuare una forma di autocontrollo sui propri prodotti, con il supporto del medico (veterinario libero professionista) che è regolarmente presente nelle aziende e conosce direttamente i problemi e i punti critici presenti. Contemporaneamente, i veterinari pubblici dipendenti, potrebbero svolgere la loro funzione di vigilanza e di controllo, che è garanzia per il consumatore, evitando la commistione fra chi controlla e il controllore. Proposte di lavoro: Al termine di tutte queste considerazioni, il Sindacato Italiano Veterinari Liberi Professionisti (S.I.Ve.L.P.) della Lombardia sottopone all’attenzione di questa Commissione, alcuni suggerimenti: 1. Istituire la rete di sorveglianza, sopra indicata, verificando con le parti interessate i problemi e le modalità di attuazione della stessa. Il primo passo consisterebbe nella convocazione di una commissione di attuazione del decreto legislativo, cui dovrebbero partecipare anche rappresentanti dei Veterinari Pubblici Dipendenti, Veterinari Liberi professionisti e Organizzazioni dei produttori. 2. Stabilire le modalità per poter “riconoscere i veterinari liberi professionisti” che operano in Lombardia. 3. Verificare se la banca dati proposta all’articolo 12 sia effettivamente operativa e garantire l’accesso ad essa a tutte le figure che sono interessate. Segnaliamo quanto attuato nella regione Veneto dove la necessità di informatizzare i dati raccolti, è stata risolta con la distribuzione di computer portatili con i programmi di gestione, ai professionisti che operano nelle aziende. Ciò ha permesso di rendere lineare e immediata la gestione dell’anagrafe degli animali. 4. Proporre “….piani di formazione diretti a tutti gli operatori interessati al fine di incoraggiare la segnalazione dei casi di BSE.” ( Piano socio sanitario regionale 2002-2004). 5. Il riconoscimento del libero professionista ( veterinario aziendale) permetterebbe, inoltre, di attuare una corretta gestione dei farmaci somministrati agli animali, risolvendo, in parte, il relativo problema degli ormoni, degli inibenti e dei residui. Diventerebbe, infatti, responsabile in prima persona delle terapie e del rapporto con il proprietario ( decreto legislativo n.336 del 4 agosto 1999). L’attivazione di tale figura attuerebbe, inoltre, quanto indicato nel D.M. 339/2000 riguardante gli allevamenti avicoli, in particolare nella prevenzione delle varie forme di Salmonellosi ( vedi Piano Socio Sanitario Regionale 2002-2004.) 6. Allo scopo di avere sotto controllo tutta la filiera, creare opportunità di scambio di informazioni tra veterinari ufficiali e veterinari liberi professionisti riconosciuti. Animali da compagnia Un ruolo primario nella prevenzione delle zoonosi da parte di animali d’affetto ( cani, gatti, cavalli, volatili, rettili e piccoli roditori) è svolta dai colleghi liberi professionisti che, quotidianamente, visitano questi animali nei loro ambulatori distribuiti su tutto il territorio regionale. E questo un ruolo di prevenzione sanitaria molto importante per la popolazione e che è, scarsamente, riconosciuto dalle istituzioni. Questi colleghi possono, infatti, giocare una funzione non trascurabile nella gestione dell’anagrafe canina e nella prevenzione del randagismo: conoscono i proprietari, hanno con loro rapporti sistematici, potrebbero, se fossero sempre abilitati , tatuare i cani che giungono presso i loro ambulatori. Di grande importanza è anche il compito educativo che essi svolgono nei confronti dei padroni dei loro ” pazienti”. Un corretto rapporto con i loro animali, la pratica di opportune norme igieniche, alimentari, di gestione degli stessi, sono alla base di una efficace azione di prevenzione. Per la segreteria Regionale S.I.Ve.L.P. Dottor Paolo Cova

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