LATTE CRUDOpubblichiamo un intervento del nostro forum di cui condividiamo il contenuto:
stupisce il clamore che ha suscitato il Ministero della Salute, quando ha invitato a bollire il latte della cosiddetta “filiera corta”, prima di consumarlo. Ancora una volta prevale lo scetticismo a 360°, senza fiducia nell’argomentazione scientifica. In primo luogo, si tratta di una prescrizione di buon senso, che non richiede certamente il …
stupisce il clamore che ha suscitato il Ministero della Salute, quando ha invitato a bollire il latte della cosiddetta “filiera corta”, prima di consumarlo. Ancora una volta prevale lo scetticismo a 360°, senza fiducia nell’argomentazione scientifica. In primo luogo, si tratta di una prescrizione di buon senso, che non richiede certamente il Coli 0157 per essere ragionevole. Si sa poi che qualsiasi analisi di rischio su questo patogeno ne riconosce una prevedibilità pari a zero. Questo significa che non esiste test di sorta che può dare la certezza dell’innocuità dell’alimento in questione (latte crudo), quindi, visto che si parla di una patologia che può determinare un severo danno renale, l’unica vera prevenzione è il trattamento termico. Inutile invocare controlli: non ci danno la sicurezza di raggiungere l’obiettivo. Non mi sembra che questo rappresenti un sabotaggio ai distributori di latte (difesi anche da pseudo-autorevoli blog), ma l’approccio corretto, basato sull’evidenza scientifica, per mantenerli. Se invece si crea incertezza dell’informazione, difendendo l’indifendibile, si potrebbe arrivare a nuovi casi di infezione nei soggetti più deboli. In questo caso, sicuramente, l’unica soluzione sarebbe sospendere la distribuzione. Nel qual caso la responsabilità non andrebbe attribuita a chi ha chiesto la bollitura, ma unicamente a coloro che non hanno trasmesso con cristallina chiarezza l’informazione utile a scongiurare il pericolo.Luciana
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