Riceviamo e pubblichiamo dal Collega Giampaolo Morbioli.
A pochi giorni di distanza dall’Assemblea Straordinaria dei Delegati (23 settembre) volevo farvi partecipe di questo dubbio che mi sono posto dopo la presa visione della Riforma (Riforma della Riforma) che ci accingiamo a votare.
Al di là infatti degli emendamenti proposti e dei (pochi) commenti a riguardo apparsi sulla mailing list dei delegati ENPAV Liberi Professionisti, ed a fronte delle (molte) voci di dissenso e/o critica che ho raccolto, mi pongo e vi giro questo quesito:...e se non la approviamo?
Se infatti, da un punto di vista pragmatico dobbiamo dare seguito, per i motivi ben noti (Ministro Fornero, tempi tecnici, super-INPS e spauracchi vari) al lavoro degli Attuari e del CdA e quindi dare la nostra approvazione, dal punto di vista diciamo così etico, mi trovo molto in difficoltà a dare il mio assenso ad una riforma di tale portata.
Sia chiaro che questo mio dubbio và al di là di qualsiasi logica di appartenenza che non sia quella dell’essere un Delegato di Liberi Professionisti e quindi con la mission, già pubblicamente ribadita, del “non facciamoci male da soli”.
Certo, come si suol dire, una riforma che scontenta tutti è una buona riforma ma, al di là delle dichiarazioni di aver voluto coinvolgere tutte le coorti mi pare che per i tempi ed i modi dell’applicazione della stessa non ci sia quella uniformità e quello sforzo di solidarietà inter-generazionale che ha caratterizzato la Riforma che abbiamo votato nel 2010.
Per esempio, tanto per citare alcuni dati concreti, nel metter mano in tempi così dilatati al contributo integrativo, nell’allungamento degli anni utili al calcolo senza pensare alla reddittualità dei buiatri sessantenni (veterinaria usurante), nel meccanismo di perequazione di pensioni che, visti i redditi medi dichiarati, saranno sempre meno dignitose etc.
Certo, i tempi erano e sono obiettivamente ristretti ma al di là dell’effettivo ruolo di Delegato (e quindi rappresentante dei colleghi della mia provincia) volevo esternarvi il senso di disagio che provo se non altro per non essere riuscito a coinvolgere maggiormente la mia base che, mai come in questo momento di crisi economico-finanziaria, credo male sopporterà un provvedimento di tale portata.
Di una cosa comunque mi dispiace: di non aver trovato in questa occasione così cruciale ed importante quel dibattito ampio ed a volte aspro che ha caratterizzatol’ultima tornata elettorale.
Spero di avere a Roma quelle risposte che forse solo i tecnici mi possono dare e che, per i motivi che vi ho accennato, se non riterrò soddisfacenti mi pongono nella condizione di preannunciarvi la mia astensione all’approvazione di quanto proposto.
Cordialmente,
Giampaolo Morbioli
Delegato Enpav per la Provincia di Verona
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