30/10/2009 Editoriali3 Minuti

Liberalizzare l’attività privata per i veterinari pubblici: ritorno alla preistoria

Sivelp

Sì all’attività professionale privata dei medici del Servizio sanitario nazionale, a patto che il numero di prestazioni a pagamento sia uguale e non superiore a quelle convenzionate con il Ssn. Un sistema sul quale vigilerà un ente terzo: l’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali). Sono questi i principi cardine …

Sì all’attività professionale privata dei medici del Servizio sanitario nazionale, a patto che il numero di prestazioni a pagamento sia uguale e non superiore a quelle convenzionate con il Ssn. Un sistema sul quale vigilerà un ente terzo: l’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali). Sono questi i principi cardine su cui dovrebbe poggiare la riforma della libera professione dei camici bianchi in forza negli ospedali, al vaglio del ministero del Welfare proprio in questi giorni. A tratteggiare le novità è il sottosegretario al Welfare, Ferruccio Fazio, intervenuto oggi a Milano all’inaugurazione dell’anno accademico 2008-2009 dell’università Vita-Salute San Raffaele del capoluogo lombardo. “Stiamo trasformando l’Agenas in ente terzo per la valutazione delle prestazioni ospedaliere (ricoveri, prestazioni ambulatoriali e diagnostiche) e dei medici – spiega Fazio a margine dell’evento – Saremo così in grado, in tempi brevi, di fare il calcolo del numero delle prestazioni dei medici e della qualità della loro attività. Questo ci consente di disegnare il nuovo sistema della libera professione”. L’idea, precisa, “non è ancora formalizzata. La metteremo giù nei prossimi giorni e siamo aperti a suggerimenti del mondo politico e professionale”. “Noi pensiamo a un unico rapporto di lavoro esclusivo – continua Fazio – dove il medico può, alla fine dell’orario di lavoro, fare attività professionali dentro o anche fuori dall’ospedale a sua scelta. Ovviamente sono cose che vanno regolamentate”. Il punto cruciale è che “il medico – annuncia il sottosegretario – non dovrà, nell’ambito della sua attività professionale, fare più prestazioni private di quelle che fa all’interno dell’ospedale”. Lo spirito della riforma, secondo Fazio, è quello di “ridare la professionalità al medico ed eliminare quella figura di medico ‘pedina’ della politica della struttura ospedaliera. Dall’altro lato vogliamo garantire che il medico lavori per i cittadini”, senza abusare perciò della libera professione. “Se il medico vorrà fare molta attività libero professionale – conclude il sottosegretario – dovrà fare ancora di più attività pubblica”. Fonte Adnkronos Salute Sivelp esprime ovviamente viva preoccupazione per l’iniziativa. Abbiamo sempre sostenuto la netta separazione dei ruoli, per evitare la co-interessanza, per chiarezza dei rapporti, per scongiurare forme di concorrenza sleale, a garanzia di salute pubblica e consumatori. Confidiamo in una decisa presa di posizione del nostro parlamentare Gianni Mancuso, che è membro proprio della commissione della Camera incaricata di vagliare il provvedimento.

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