I giovani ricercatori italiani sono poco pagati e per di più obbligati ad imposizioni “kafkiane”.
Anche se si continua a denunciare la difficoltà della ricerca e dei giovani laureati che vi si applicano, ci sono aspetti verso i quali permane un atteggiamento di totale sordità nei confronti di situazioni paradossali come quella che li obbliga a versare i contributi doppi. Sono infatti tenuti a versarli sia all’INPS, sia alla cassa previdenziale di categoria.
SIVeLP fa proprie le osservazioni del collega Gianni Mancuso riguardo all’inutile doppia contribuzione.
“Dal 1999 i Medici Veterinari che percepiscono un assegno di borsa di studio sono tenuti all’iscrizione alla Gestione Separata INPS sebbene, essendo iscritti all’Albo professionale, siano già previdenzialmente coperti dalla propria Cassa di categoria.
Inoltre, il contributo pagato alla Gestione Separata ha una durata limitata all’arco di tempo in cui si svolge l’attività di ricerca (3 anni), ma sono necessari almeno 5 anni di contribuzione perché da essa discenda il diritto a una rendita pensionistica.
Pertanto tale contribuzione non sarà utilizzata in alcun modo, salvo che i Veterinario, al termine di tale periodo, non continui ad alimentare la posizione contributiva pubblica, pagando poi il ricongiungimento contributivo!”
Un correttivo di questa anomalia sarebbe un segnale forte di attenzione per chi -sentiamo ripetere tutti i giorni- deve lasciare il nostro Paese alla ricerca di prospettive migliori.
Angelo Troi – Sivelp
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