19/12/2020 Editoriali3 Minuti

Medici veterinari e prescrizione farmaci umani bioequivalenti per animali d’affezione…. novità in vista.

Maria Paola Cassarani

Per SIVELP la battaglia per una prescrizione più libera è ormai decennale (numerosi sono stati i ddl proposti)  ma parrebbe presentarsi all’orizzonte qualche buona notizia che tuttavia, come tutte le proposte legislative deve ultimare il suo iter che prevede l’approvazione del Senato. Il Ministro della salute ha dato parere favorevole all’emendamento in Legge di Bilancio della deputata Patrizia Prestipino per abbattere i costi dei farmaci veterinari. Problema molto sentito anche dai proprietari di animali d’affezione sopratutto in questo periodo così delicato per l’Italia che ha l’economia rallentata.

Da un punto di vista più squisitamente medico, una prescrizione più libera consentirebbe a noi medici veterinari l’accesso a prodotti di umana che non esistono in veterinaria e la possibilità di garantire cure innovative.

«Il Ministro della salute, sentita l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA), con proprio decreto da emanarsi entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, fermo restando il principio dell’uso prioritario dei medicinali veterinari per il trattamento delle affezioni delle specie animali e nel rispetto delle disposizioni dell’ordinamento comunitario in materia di medicinali veterinari, tenuto conto, altresì, della natura delle affezioni e del costo delle relative cure, definisce i casi in cui il veterinario può prescrivere per la cura dell’animale, non destinato alla produzione di alimenti, un medicinale per uso umano, a condizione che lo stesso abbia lo stesso principio attivo rispetto al medicinale veterinario previsto per il trattamento dell’affezione» si legge nel documento ufficiale.

Sono tre i “paletti” che vengono posti: il decreto disciplina le «modalità con cui Aifa può sospendere l’utilizzo del medicinale ad uso umano per il trattamento delle affezioni animali, al fine di prevenire situazioni di carenze del medicinale per uso umano»; che il costo dei medicinali prescritti «resta in ogni caso a carico dell’acquirente a prescindere dal loro regime di classificazione» e che dall’attuazione della disposizione di cui al presente articolo, non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica».

Passo passo stiamo cercando di risolvere tutti i nodi legati alla prescrizione del farmaco veterinario perché abbiamo ancora un problema reale nella gestione delle prescrizioni. La “ricetta “elettronica” presentata come una grande soluzione per consentire la tracciabilità del farmaco non permette ancora di prescrivere quelle classi di farmaci per i quali è ancora prevista la ricetta cartacea come per una buona parte di anestetici ed analgesici.

Chissà che non ci siano evoluzioni ulteriori!