17/12/2003 Editoriali12 Minuti

MEMORIA S.I.VE.L.P. PER L’ATTUAZIONE DELLA 3a CAMPAGNA PER CONTENERE LA DIFFUSIONE DELLA BLUE TONGUE

Sivelp

Il SIVELP, dopo vari incontri sostenuti con i responsabili del Ministero della Salute al fine di consentire l’avvio della 3a campagna di intervento nei confronti della Blue tongue in condizioni sostenibili per il sistema produttivo ed avendo in tali circostanze più volte manifestato le difficoltà nel riproporre un intervento analogo ai …

Il SIVELP, dopo vari incontri sostenuti con i responsabili del Ministero della Salute al fine di consentire l’avvio della 3a campagna di intervento nei confronti della Blue tongue in condizioni sostenibili per il sistema produttivo ed avendo in tali circostanze più volte manifestato le difficoltà nel riproporre un intervento analogo ai precedenti, soprattutto nel comparto produttivo del bovino da latte, ha ritenuto corretto predisporre una memoria in merito, contenente varie ipotesi alternative (in parte o integralmente) all’impiego del vaccino con virus vivi attenuati. Tale memoria è rivolta, in particolare, alla componente produttiva per renderla partecipe dei rischi e dei costi correlati alle diverse possibilità di intervento ed altrettanto alle rappresentanze politiche affinchè possano esprimere decisioni consapevoli con soluzioni percorribili. PREMESSA Le due precedenti campagne vaccinali nei confronti della Blue tongue, realizzate con vaccini contenenti virus vivo attenuato, hanno prodotto, in molte aree interessate dall’intervento, profondo malcontento e sfiducia del sistema produttivo nei confronti della Veterinaria nel suo insieme. Oggi, non solo ci troviamo di fronte ad allevatori estremamente decisi a rifiutare la riproposizione degli interventi pregressi, ma, l’esperienza compiuta, sta compromettendo tutto il difficile lavoro svolto in questi anni dall’assistenza veterinaria ed in particolare quello indirizzato alla prevenzione delle comuni patologie a carattere infettivo presenti nelle aziende zootecniche. Infatti, stiamo registrando una sempre più dilagante diffidenza degli allevatori anche nei confronti delle tradizionali pratiche vaccinali che tanto hanno contribuito alla riduzione delle malattie ed a garantire un accettabile stato sanitario degli animali allevati. Pertanto, se si vuole evitare il rischio di emarginare ulteriormente, sotto l’aspetto sanitario, l’allevamento dei ruminanti del Centro-Sud Italia, occorre, in primo luogo, riconquistare la fiducia degli allevatori con interventi orientati a soddisfare i bisogni sanitari delle aziende ed a consentire alle stesse di sviluppare la normale attività produttiva e di accedere ai consueti canali commerciali. Questo significa da un lato il potenziamento e la qualificazione dei servizi offerti dalla Veterinaria e l’integrazione operativa delle sue componenti (Pubblica e Privata), con il riconoscimento ed il rispetto delle caratteristiche di ciascun ruolo, dall’altro l’attuazione nei confronti della Blue tongue di azioni condivise anche dagli stessi operatori zootecnici, dopo opportuna valutazione del ventaglio di soluzioni percorribili. Azioni che, per le loro ripercussioni, devono riscuotere, comunque, il consenso di tutte le Regioni del panorama nazionale. Vanno inoltre considerate le maggiori conoscenze che oggi disponiamo in materia e la predisposizione di ulteriori strumenti per contrastare il problema (vaccini inattivati), di cui potremo avvalerci già a partire dai prossimi mesi. Sulla base di quanto esposto, ci apprestiamo a presentare, di seguito, un’ipotesi di intervento che potrebbe soddisfare le esigenze generali. Sarà comunque compito del sistema politico valutare le varie alternative ed in funzione dei costi e dei rischi procedere nelle scelte. IPOTESI DI INTERVENTO ALTERNATIVO ALL’IMPIEGO DI VACCINO CONTENENTE VIRUS VIVO ATTENUATO PER CONTENERE LA DIFFUSIONE DELLA BLUE TONGUE Questa ipotesi si basa essenzialmente sulla sospensione della vaccinazione negli animali delle specie bovina e bufalina (eseguita con vaccino vivo attenuato), il monitoraggio per anticorpi nei confronti della Blue tongue dei capi aziendali, su campione statisticamente rappresentativo, inizialmente per tutte le aziende e successivamente con andamento periodico su un campione statisticamente rappresentativo delle aziende di ogni territorio (in funzione della prevalenza attesa) e l’intensa attuazione delle azioni di sorveglianza sulla presenza dei vettori e di tutte le misure di profilassi diretta, indirizzate a contrastare il contatto fra i vettori ed i capi recettivi. Per quanto riguarda le specie ovina e caprina si possono seguire due strade: 1. continuare la campagna con vaccino contenente virus vivi attenuati (dopo adeguata sperimentazione di campo effettuata in presenza di esponenti del mondo produttivo), attuando tutte le procedure già indicate nella precedente proposta SIVeLP di Piano Operativo, consapevoli però delle enormi difficoltà che si incontreranno con gli allevatori; 2. sospendere temporaneamente la vaccinazione (in attesa della disponibilità di vaccini con virus inattivati, eventualmente iniziando a vaccinare da febbraio 2004 con il sierotipo 2 inattivato), monitorare (a fini esclusivamente epidemiologici conoscitivi) inizialmente tutte le aziende attraverso un campionamento statisticamente rappresentativo dei capi presenti e successivamente, con andamento periodico, un campione statisticamente rappresentativo delle aziende di ogni territorio (in funzione della prevalenza attesa e considerando i flussi commerciali e la transumanza), potenziare le misure di profilassi diretta ed accettare, in caso di circolazione di virus selvaggio, i rischi: – soprattutto per la rimonta (quando coinvolti i sierotipi corrispondenti alle vaccinazioni effettuate in precedenza) – per tutto il gregge (quando coinvolto un nuovo sierotipo) e le restrizioni alla movimentazione conseguenti (anche per le specie bovina e bufalina), a meno di non considerare tutto il territorio nazionale di pari livello epidemiologico. In quest’ultimo caso accollandoci tutte le negatività derivanti da tale scelta. Occorre inoltre definire, di fronte all’insorgenza di un focolaio, se limitare l’azione all’intensificazione delle misure di profilassi diretta oppure prevedere anche la vaccinazione nell’area interessata con il vaccino disponibile, consci dei probabili problemi correlati all’impiego di vaccino con virus vivo attenuato in determinati periodi dell’anno. A prescindere dalla scelta effettuata, occorre rendere disponibile alle aziende un servizio di assistenza qualificato, in grado di assicurare un accettabile stato sanitario degli animali allevati al fine di garantire una valida efficacia della vaccinazione e contenerne gli effetti indesiderati oppure, nel secondo caso, di ridurre le conseguenze derivanti dall’ingresso del virus selvaggio. È quindi necessario predisporre, al più presto, un programma formativo – informativo al riguardo per i Veterinari LL.PP. dei territori interessati, prevedendo una parte congiunta con i Veterinari Pubblici per gli aspetti relativi alla identificazione e gestione della malattia in questione, alle misure di profilassi diretta ed indiretta ed alle procedure di corretta farmacovigilanza. Di concerto attivare un’analoga azione informativa per gli allevatori concernente gli ultimi punti su riportati. Al fine di riconquistare la fiducia degli allevatori e per consentire l’effettiva ed efficace attuazione delle azioni indicate, è assolutamente indispensabile autorizzare tutti gli I.Z.S. all’ esecuzione delle indagini diagnostiche di laboratorio (compreso l’isolamento e la tipizzazione del virus), periodicamente controllati, mediante ring test, dal Centro di Referenza Nazionale istituito presso l’I.Z.S. di Teramo. Ritenendo la limitazione della movimentazione degli animali delle specie recettive, una delle misure più efficaci per contenere la diffusione della malattia e considerando, altresì, il problema delle perdite derivanti dal mancato invio dei vitelli verso i centri di ingrasso del Nord e delle vacche a fine carriera verso impianti di macellazione sempre del Nord, ci sentiamo di formulare le seguenti ipotesi di soluzione: VITELLI: 1. l’attivazione di strutture locali all’uopo deputate (di difficile realizzazione per lo scarso spirito imprenditoriale dei diretti interessati dal problema e con tempi di attuazione non immediati, ipotesi comunque alla quale assicurare un forte sostegno politico per contenere gli effetti delle eventuali emergenze sanitarie future riguardanti la zootecnia del Centro-Sud del paese e coinvolgenti la specie bovina); 2. in attesa di realizzare quanto indicato al punto precedente, la concessione di deroghe per la movimentazione, sotto vincolo sanitario e verso i centri di ingrasso del Nord, per tutti i vitelli di età inferiore alle 4 settimane, provenienti da aree con assenza di circolazione virale (non vaccinale) da almeno 5 mesi, ottemperando alle seguenti condizioni: – protetti da attacchi di Culicoides dalla nascita, quando le relative azioni di monitoraggio ne dimostrano la presenza; – quando provenienti da aziende in cui non si è vaccinato, sottoposti negli ultimi 5 giorni, prima del trasporto, con esito negativo, ad una prova sierologica per la ricerca di anticorpi nei confronti della Blue tongue con metodica autorizzata; – protetti da attacchi di Culicoides anche durante il trasporto; – il mezzo di trasporto deve essere trattato con repellenti nei confronti di Culicoides prima del carico; – destinati a centri di ingrasso posti ad adeguata distanza di sicurezza da altri allevamenti di ruminanti; – sottoposti nei centri di ingrasso a protezione da attacchi di Culicoides, quando le relative azioni di monitoraggio ne dimostrano la presenza. VACCHE A FINE CARRIERA: la concessione di deroghe per la movimentazione, sotto vincolo sanitario, verso impianti di macellazione del Nord, ottemperando alle seguenti condizioni: – protette da attacchi di Culicoides almeno negli ultimi 3 giorni prima del carico, quando le relative azioni di monitoraggio ne dimostrano la presenza; – protetti da attacchi di Culicoides anche durante il trasporto; – il mezzo di trasporto deve essere trattato con repellenti nei confronti di Culicoides prima del carico; – la macellazione deve avvenire in giornata. La determinazione dell’estensione delle aree di interesse epidemiologico dovrà essere opportunamente ridefinita ed altrettanto sostenuta politicamente presso le Istituzioni competenti. Indipendentemente dalle scelte operative effettuate, dovranno comunque prevedersi forti interventi finanziari a sostegno delle iniziative da intraprendere nei confronti di un sistema zootecnico, quello del Centro-Sud Italia, che altrimenti rischia la scomparsa.

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