Alcuni passaggi del testo di legge sulla mutua veterinaria che giace alla Camera (leggi cliccando qui).
Si tratta testualmente di un servizio erogato da ambulatori pubblici veterinari sul territorio :
3. I servizi veterinari già operanti presso le ASL provvedono, con i propri mezzi e con le proprie strutture, a erogare le prestazioni riconosciute in convenzione dal Servizio. Ove ciò non risulti possibile, e l`impossibilità sia accertata dal Ministero della salute mediante opportune verifiche, le regioni provvedono alla stipula di convenzioni con medici veterinari pubblici e privati ai sensi della presente legge. *In altra versione si prevede che solo dopo il parere di 3 Ministeri (Salute, Lavoro, Politiche sociali) si possano convenzionare liberi professionisti.
4. Sono iscritti di diritto negli elenchi di cui al comma 2 (elenco dei veterinari e delle strutture aventi diritto alla convenzione se le aziende sanitarie non possono erogare i servizi) i medici veterinari delle ASL che esercitano la loro attività libero-professionale all`interno della struttura sanitaria in regime di libera professione intramuraria, nonché presso gli ambulatori delle facoltà di medicina veterinaria.
Si prevede esplicitamente di aprire strutture pubbliche per la veterinaria e non di dare ai proprietari dei bonus sanitari da spendere presso le strutture esistenti, soluzione che non costerebbe al SSN nuove strutture e personale e garantirebbe un rientro, tramite la tassazione ordinaria sulle partite iva, di almeno metà di quanto erogato.
Oggi la sanità pubblica esclude circa 12 milioni di persone dall’accesso ai servizi di base per i costi dei ticket. Nulla fa pensare che per gli animali, una volta approntate le strutture e le dotazioni di personale a spese dei cittadini, non avvenga identica cosa, trasformando in concorrenza sleale un settore soggetto a stretti controlli del Sistema Sanitario. In questo caso, come avviene in umana, i costi sostenuti orienterebbero per forza di cose al rientro della spesa e nessuno può escludere che si crei una veterinaria pubblica elitaria, fornita -per amore o per forza- di strutture e professionalità di cui il pubblico dovrà dotarsi, una volta stabilito per legge il principio del diritto.
Ci auguriamo di non dover apprendere, in un futuro più o meno prossimo, che l’operazione sia servita a salvare catene di strutture sull’orlo del baratro economico, piuttosto che al tanto millantato “amore per gli animali”, che potrebbe aver reso strabico persino Gandhi, con la tanto citata frase <<la grandezza di una nazione si può giudicare da come tratta gli animali>> che evidentemente non vedeva quali mostruosità nella sua India continuano ancor’oggi (leggi qui) .
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