Mentre un tempo vi era una forte asimmetria culturale tra professionista e cittadino, ed una necessità di vigilanza a livello territoriale sui requisiti ordinistici,
oggi i fruitori dei servizi hanno tutti gli strumenti per riconoscere i limiti di una prestazione professionale. Spesso sono anzi organizzati più e meglio dei professionisti, in associazioni di ogni genere. Le moderne procedure informatizzate rendono agevole la verifica di un titolo pubblicato in un elenco on-line o, quanto meno, con un piccolo sforzo si potrebbe rendere del tutto semplice il meccanismo. D’altra parte diventa sempre più difficile per i membri delle istituzioni ordinistiche, giudicare e sanzionare con la necessaria “equidistanza” i propri Colleghi perché le questioni assumono sempre maggior complessità, anche sotto il profilo delle regole e delle procedure, riversando spesso responsabilità anche pesanti su Colleghi preparati dalla laurea a tutt’altro genere di mansioni.
La vigilanza ordinistica è probabilmente assai problematica se, come si legge nell’articolo su Professionisti.it: -il ministero guidato da Paola Severino ha sottolineato, tra l’altro, il «significativo aggravio» dell’attività istruttoria compiuta dall’Ufficio III, che esercita la vigilanza e l’alta vigilanza sui 20 ordini, per l’elevata conflittualità interna.-
Proviamo ad ipotizzare due scenari futuri.
Da una parte il tentativo di mantenere il sistema, dotandolo di nuovi strumenti in modo da rendere l’intervento degli organismi di categoria più rispondente alle aspettative, non senza maggiori costi e burocrazia, probabilmente a carico degli Iscritti che in certi casi lamentano di dover finanziare un sistema che li controlla.
Dall’altra la semplificazione, riconoscendo alla giustizia ordinaria un ruolo necessario e sufficiente anche nei contenziosi che riguardano i professionisti, cosa che peraltro accade già in una certa misura, ed attribuendo ad un’Istituzione (es. il Ministero di Grazia e Giustizia) il compito di gestire un elenco pubblico -l’albo, in definitiva- accessibile a tutti i cittadini attraverso le moderne autostrade informatiche.
Ai futuri legislatori l’ardua sentenza!
Angelo Troi
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