Il 5 dicembre u.s., ho assistito alla Conferenza dei Servizi delle Associazioni Regionali Allevatori del Centro-Sud che si è svolta a Latina. Argomento in discussione, manco a dirlo, la politica di lotta nei confronti della Blue tongue. Relatore: il Dott. Romano Marabelli, Direttore Generale del Dipartimento della Sanità Veterinaria e degli Alimenti del …
Il 5 dicembre u.s., ho assistito alla Conferenza dei Servizi delle Associazioni Regionali Allevatori del Centro-Sud che si è svolta a Latina. Argomento in discussione, manco a dirlo, la politica di lotta nei confronti della Blue tongue. Relatore: il Dott. Romano Marabelli, Direttore Generale del Dipartimento della Sanità Veterinaria e degli Alimenti del Ministero della Salute, il quale ha illustrato le intenzioni del Ministero di riconfermare l’azione intrapresa negli anni passati con le stesse modalità e procedure. Uniche novità: – la prossima campagna sarà effettuata con vaccino tetravalente (T2, T4, T9 e T16), invece del mono o bivalente (T2 e T9) delle precedenti esperienze; – la probabile possibilità per gli allevatori di bovini di decidere se partecipare o meno alla campagna vaccinale, chi seglierà di non vaccinare dovrà subire le conseguenti restrizioni alla movimentazione dei capi allevati. Ci vuole indubbiamente un grande senso di responsabilità e tanto coraggio per presentarsi con tale programma di fronte ad una platea accanita (composta da allevatori, rappresentanti di categoria ed amministratori pubblici), indisposta a sentir parlare di vaccinazione ed intenzionata ad ottenere gli indennizzi per i danni diretti ed indiretti subiti nel corso delle esperienze passate. Nel dibattito, che ha fatto seguito alla relazione, sono state riproposte tutte le argomentazioni di dissenso già avanzate dalla componente produttiva a più riprese ed in più occasioni. In particolare: – l’esclusiva gestione del Piano d’intervento affidata all’I.Z.S. di Teramo ed il ruolo allo stesso assegnato di distributore del vaccino e nel contempo di referente unico per la diagnostica di laboratorio, ovvero anche per il controllo dei risultati; – l’insufficiente sperimentazione dei vaccini utilizzati sia per gli aspetti riguardanti l’efficacia sia sugli effetti collaterali; – la carente azione di farmacovigilanza effettuata, la quale, sempre a detta dei presenti, ha registrato solo la minima parte degli effetti negativi a breve termine e per niente quelli a medio e lungo termine (ipofertilità, calo della produzione del latte, ecc…), segnalati invece di notevole entità; – il mancato coinvolgimento dell’Istituto Superiore di Sanità in tutta l’operazione e l’altrettanto negata autorizzazione agli altri II.ZZ.SS. per le indagini laboratoristiche concernenti; – l’assoluto disinteresse del Ministero delle Politiche Agricole che, pur avendo designato il Commissario Straordinario per la Blue tongue, lautamente remunerato, non è intervenuto con provvedimenti adeguati ed indirizzati ad attenuare i disagi manifestati dagli allevatori, anche in conseguenza delle misure restrittive legate alla movimentazione degli animali. Sappiamo bene come, in tali incontri, si tenda spesso ad enfatizzare la reale consistenza del problema e ad aggiungere al contendere anche altre questioni, causa di ulteriore malessere degli allevatori, che poco hanno da spartire con l’argomento dibattuto. Il problema però esiste ed è palpabile la sfiducia, sempre più dilagante, del mondo produttivo nei confronti del Sistema Veterinario e delle Istituzioni in generale. Non è questo però il momento di irrigidirsi su posizioni intransigenti, è invece auspicabile cercare di riconquistare il consenso degli allevatori attraverso un’informazione chiara e trasparente ed il loro coinvolgimento nelle scelte operate. Ha fatto benessimo il Dott. Marabelli ad accettare il confronto diretto con il territorio, è da lì che bisogna ripartire, anche perché è sempre più evidente lo scollamento fra la base produttiva e le sue rappresentanze di vertice. È altrettanto evidente la necessità di registrare i meccanismi del Sistema Veterinario e questo sia nella definizione degli interventi, evitando i particolarismi e coinvolgendo tutte le competenze in merito, sia nella gestione del territorio, dove la componente Pubblica e quella Libero Professionale devono sviluppare un’azione sinergica nell’interesse di tutta l’utenza a cui i servizi sono rivolti. Quest’ultimo punto, forse il più importante, deve essere risolto al più presto con la definizione di ruoli e responsabilità precise, non sovrapponibili e riconosciute ufficialmente. Solo in questo modo è possibile ridare credibilità al nostro Sistema. D’altra parte la questione Blue tongue, proprio perché complessa ed inserita in un contesto già in precarie condizioni, non può essere gestita solo con misure sanitarie, ma deve essere affrontata anche con interventi strutturali, finanziari ed imprenditoriali collegati. Ciò richiede un’ampio coinvolgimento di competenze ed altrettanta convergenza di intenti, il mal funzionamento anche di un solo elemento del gruppo potrebbe compromettere l’intero risultato. Serve, quindi, un’abile guida per coordinare il gruppo e dotata di strumenti adeguati per stimolare e richiamare ciascun elemento allo svolgimento delle funzioni attese. Non è semplice, è però l’unica via per garantire la sopravvivenza della zootecnia nelle aree interessate. Invito i colleghi a rileggere il Piano Operativo proposto dal S.I.Ve.L.P. al riguardo, pubblicato nel numero scorso del Notiziario. A tutti i migliori auguri di un Buon 2004!
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