Siamo alle solite…..come sempre ci troviamo ad affrontare la necessità di far passare il messaggio che le prestazioni veterinarie normalmente sono attività private che debbono essere remunerate dal fruitore del servizio.
Se ci pensiamo bene non è normale che all’acquisto di un bene o un servizio ci si ponga il problema se doverlo pagare. Non siamo mai andati al supermercato a prendere il sale e siccome è poca cosa rispetto al carrello pieno, abbiamo pensato di uscire senza passare alla cassa.
La visita del criceto, del canarino, la consulenza per il pesce rosso nella boccia di vetro, il taglio delle unghie del gatto a cui diamo “solo” da mangiare sono prestazioni veterinarie che spesso causano la domanda: dottore debbo pagare qualcosa? Quella giusta e sacrosanta è: dottore quanto le devo?
Percezione di Gratuità
E’ un argomento che molti considerano retaggio di una veterinaria del passato, ma ahinoi, è ancora attuale. Quali potrebbero essere le cause di questo comportamento non sopito?
Il parallelismo con la medicina umana, prevalentemente gratuita, a volte crea l’automatismo; vero è che anche in umana la quota onerosa esiste quantomeno come ticket, pur presentando la sanità italiana come gratuita.
Se per qualche nostro cliente il confronto con i cugini medici umani può essere fuorviante, perché dai loro fratelli odontoiatri non ci si aspetta la gratuità per una semplice visita o consulenza?
Problematica del Pagamento
Sarebbe bene puntualizzare come la remunerazione non si misura sulle dimensioni del paziente o sul suo valore commerciale. Tuttavia, a volte è un messaggio che abbiamo rinforzato noi veterinari non facendoci pagare in base alle prestazioni veterinarie, ma scendendo al compromesso morale che il criceto in mano al bambino non meriti una parcella come un cane che accompagna un adulto.
Da quale perverso meccanismo nasce la difficoltà a farsi pagare la ricetta, la consulenza, il certificato? È forse opinione comune che esiste una medicina pubblica gratuita che proprio del tutto gratuita non è? Perché proprio nel pubblico, la gratuità non esiste. Se non paghi tu qualcuno lo fa per te.
L’articolo 81 della Costituzione cita l’equilibrio tra le entrate e spese, di questo fondamentale principio noi Liberi Professionisti dovremmo maggiormente tenere conto.
Importanza del Ruolo del Veterinario
Ognuno ovviamente è libero di fare prestazioni veterinarie gratuite (e quante volte lo abbiamo fatto !!) ma che ci sia ancora la mentalità della cura a prescindere dal costo, riempie di tristezza.
Il cittadino non percepisce l’idea di dentista gratis, ma associa molto spesso la prestazione del veterinario quasi ad un obbligo di gratuità, tanto che alcune campagne elettorali sponsorizzano questa figura, peraltro assai costosa per un sistema sanitario che non sta in piedi senza immani sforzi e non è diffuso nemmeno nel resto d’Europa.
Prestazioni Veterinarie e Salute Pubblica
In più per la sanità pubblica veterinaria è fondamentalmente un sistema di controllo, epidemiologico per le malattie infettive, su sostanze tossiche, farmaci, problemi ambientali… che può funzionare esclusivamente se il rapporto controllore-controllato è nettamente separato.
Da ciò l’importanza di collaborare ma non mescolare. Creare sostegno diretto per quelle situazioni particolari coinvolgendo le strutture capillarmente diffuse sul territorio è possibile. Se un cittadino è bisognoso, le prestazioni veterinarie possono essere finanziate dal Sistema Sanitario, ma senza che questo si carichi di figure e strutture che ricopiano quelle umane.
Meccanismo che tra l’altro prevede un importante costo ma che non solleva ai più, il sentimento di spesa non necessaria. Basterebbe attuare un rapporto di convenzione con i Liberi Professionisti, che già possiedono strutture sanitarie ben attrezzate e in grado di offrire le stesse prestazioni veterinarie garantite agli animali di proprietari non in difficoltà. In questo modo si possono evitare investimenti senza senso e allo stesso tempo fornire un servizio di eccellenza.
In situazioni particolari, come quelle di animali senza proprietario, o meglio, il cui proprietario è lo Stato, nulla vieta ai Comuni di “appaltare” il servizio ai privati. Al di fuori di situazioni di bisogno, è compito dei Liberi Professionisti quotare il valore della prestazione sanitaria, piuttosto che del peso del “paziente”.
Per restituire al Libero Professionista il giusto ruolo nel mercato delle prestazioni veterinarie sanitarie occorre anche un impegno mediatico per evitare l’utilizzo di immagini fuorvianti. Piccole pubblicità personali in cui il professionista utilizza un messaggio empatico “da cartone animato”, che frequentemente troviamo nel web possono creare grandi danni alla nostra categoria spingendo il cliente a considerare i servizi prestati come un volontariato o peggio una missione assistenziale.
L’immagine pubblicitaria del veterinario con il gattino in braccio, con in cucciolo che ci lecca la guancia, l’uccellino che si posa sulla spalla è possibile, ma come dice un amico collega, il tempo del veterinario disneyano è passato.
Solo per il fatto di essere “veterinaria amanti degli animali”, si pensa che dobbiamo garantire la prestazione. Rincorriamo l’immagine di professionisti della salute animale ma il percorso per definirla completamente non è ancora finito ed in parte lo dobbiamo a noi.
Una riflessione è necessaria la professionalità è il risultato di un investimento costoso, lo stesso che un imprenditore affronta per creare un’attività. Lavorare come medico veterinario oggi più che mai è diventato molto oneroso e per garantirne la continuità è necessario avere un profitto. Pendere coscienza di questa realtà ci aiuterà a indirizzare le nostre risorse in modo corretto garantendoci il profitto dovuto.
La Segreteria SIVeLP
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