“Non riusciamo ad avere una risposta esauriente e precisa dal Ministro” E’deluso l’Onorevole Gianni Mancuso. Il suo atto ispettivo, presentato all’XI Commissione Lavoro della camera, richiedente lumi relativamente ai criteri che le Casse devono applicare nel calcolo del saldo previdenziale prospettico a 50 anni, come da richiesta ministeriale, non ha sostanzialmente …
“Non riusciamo ad avere una risposta esauriente e precisa dal Ministro” E’deluso l’Onorevole Gianni Mancuso. Il suo atto ispettivo, presentato all’XI Commissione Lavoro della camera, richiedente lumi relativamente ai criteri che le Casse devono applicare nel calcolo del saldo previdenziale prospettico a 50 anni, come da richiesta ministeriale, non ha sostanzialmente ottenuto risposta. “La richiesta di un calcolo previdenziale positivo in un orizzonte temporale così eccessivamente ampio è già inopportuna, ma trovo veramente irragionevole non chiarire nemmeno i criteri che si impongono nel calcolo, sono costretto a ritenere che, ormai, quella del Ministero sia una posizione sostanzialmente di principio ideologico!”. I fatti: il decreto “salva Italia” chiede agli Enti privati, mentre nulla si richiede agli Enti previdenziali pubblici, un’ulteriore dimostrazione della propria solidità: l’assicurazione di un saldo previdenziale, ovvero il rapporto tra entrate contributive e uscite previdenziali, a 50 anni. E per farlo venivano concessi alle Casse solo 3 mesi, aumentati a 6, con scadenza al 30 giugno 2012, solo grazie ad un emendamento proposto dall’AdEPP, la nostra associazione di categoria, e fatto proprio da numerosi professionisti-parlamentari. Le Casse dei professionisti non si sottraggono a questa ennesima richiesta, pur considerandola iniqua, ma, almeno, chiedono di conoscere con precisione i criteri con cui dover rispondere. Inizialmente, infatti, è stato imposto di non considerare nelle proiezioni i patrimoni, pur essendo stati essi accantonati proprio ad ulteriore garanzia delle prestazioni previdenziali, né tantomeno i rendimenti. Durante l’audizione alla Commissione Bicamerale di Controllo dello scorso 25 gennaio, invece, il Ministro Fornero ha dichiarato che potrebbe essere rilevante il “flusso di rendimento che origina dallo stock” patrimoniale. Questa sua affermazione, naturalmente, se confermata, modificherebbe totalmente le modalità di calcolo da approntare. Non essendo pervenuta, successivamente all’audizione, alcuna comunicazione ufficiale da parte dei Ministeri vigilanti, relativamente alle modalità di considerazione del patrimonio nel calcolo del saldo prospettico, visti peraltro i tempi molto ristretti che le Casse hanno per approntare le riforme necessarie, Il Presidente Mancuso, attraverso un question time, ha interrogato il Ministro secondo quali precisi criteri le Casse debbano impostare i propri calcoli per accondiscendere alla richiesta ministeriale. “Come risposta abbiamo ottenuto solo un “vedremo”, la conferma che la Direzione competente del Ministero provvederà all’aggiornamento dei parametri, senza, però, specificare in alcun modo quali siano questi parametri: siamo al paradosso! E in tutto questo, nonostante il breve tempo concesso, le Casse sono costrette a muoversi alla cieca, ipotizzando molti scenari diversi, non sapendo con quali regole si giocherà questa partita comunque già truccata!”
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