04/06/2009 Editoriali4 Minuti

Stabilizzazione? No, veterinario pubblico “a ore”.

Sivelp

Sembrava un’ottima idea quella di dare modo a tanti Colleghi che svolgono mansioni integrative con la sanità pubblica, di essere assunti in modo stabile, garantendo, almeno a loro, un futuro tranquillo. Pare invece che la montagna abbia partorito il topolino: si è inventata una figura intermedia tra il pubblico ed il …

Sembrava un’ottima idea quella di dare modo a tanti Colleghi che svolgono mansioni integrative con la sanità pubblica, di essere assunti in modo stabile, garantendo, almeno a loro, un futuro tranquillo. Pare invece che la montagna abbia partorito il topolino: si è inventata una figura intermedia tra il pubblico ed il privato: il veterinario pubblico “a ore”. Il Sivelp porta avanti da anni una battaglia per il giusto riconoscimento economico delle prestazioni dei liberi professionisti che collaborano con il sistema pubblico. Come un architetto che progetta per un Comune, non deve essere assunto all’ufficio tecnico, ma riceve comunque il suo dignitoso compenso, così noi rivendichiamo il diritto ad un equo riconoscimento delle prestazioni, rifiutando corse al ribasso o offerte scandalose. È in gioco la Salute Pubblica! Sono nati invece dei contratti sui generis, che stabilizzano in qualche modo i destinatari, ma solo per un certo numero di ore alla settimana, creando confusione ulteriore. Dal momento che i soggetti coinvolti non vedono garantita da questi contratti l’assunzione nel sistema sanitario nazionale (per la quale, tra l’altro, sarebbe necessario un concorso) si trovano con un reddito insufficiente, che li obbliga a svolgere anche l’attività libero professionale. Per di più costano meno dei dipendenti veri e quindi, spesso, le aziende sanitarie sono disposte ad utilizzarli anche per compiti diversi, come le prestazioni ad animali da compagnia di proprietà, confondendo con assistenza sanitaria “di Stato” una prestazione che può, apparentemente, costare poco al privato, ma pesa moltissimo sulla collettività. In questo modo si finge di dare risposta a chi aveva convenzioni con il SSN e si crea invece un abisso di problematiche nel resto della professione. Da una parte infatti, con figure intermedie “a basso costo” che rischiano di sostituire le vere assunzioni a tempo indeterminato, si priva il servizio pubblico del suo ruolo autonomo e indipendente, necessario a garantire tutto il sistema dei controlli, Dall’altra, si inseriscono tra i liberi professionisti dei Colleghi in posizione ambigua, che vestono contemporaneamente due camici diversi, per cui viene a mancare la garanzia di imparzialità sul controllo del farmaco, della filiera alimentare, delle malattie infettive… Invece di affinarne l’efficacia, si distrugge un sistema che già vede molte figure esterne inserirsi con grande rilievo mediatico, facendo apparire il medico veterinario come l’ultimo degli interlocutori, quando si parla di sanità animale o sicurezza alimentare. Cosa propone il SIVELP? Pre-requisito fondamentale resta la separazione controllore-controllato: su questo si gioca la credibilità del sistema e la corretta gestione, non solamente dei controlli a garanzia dei consumatori, ma anche, più in generale, dei fondi pubblici. La nostra professione deve individuare dei confini precisi, a differenza della medicina umana, per evitare sovrapposizione di competenze. Rivendichiamo un riconoscimento economico adeguato delle prestazioni pratiche in convenzione, mantenendo ruoli distinti tra pubblico e privato. Chiediamo poi l’adozione del veterinario aziendale come responsabile, nel mondo produttivo libero professionale, delle prerogative che appartengono alla nostra figura sanitaria. Solamente lavorando con serietà potremo costruire e mantenere un sistema credibile, smascherando coloro che per futili e momentanei vantaggi, sono disposti a creare imbarazzo all’immagine dell’intera categoria.

Nessun tag disponibile per questo articolo.