Sono topi diffusi nell’ambiente per nutrire le vipere paracadutate negli anni scorsi: rinvenuti i sacchetti nei boschi.
L’esplosione di microfauna di quest’estate -topi tra le specie più evidenti- ha dato luogo a suggestive interpretazioni del fenomeno. Evento peraltro apertamente contrastante con l’ipotesi di sofferenza degli animali per le scarse precipitazioni. Quella delle vipere paracadutate è una bufala ormai leggendaria, ampiamente descritta nel celebre sito del cacciatore di bufale Paolo Attivissimo. Oggi si vorrebbe che i topi, di cui si sono registrate vere e proprie esplosioni demografiche in varie aree del Paese, siano stati in realtà importati e deliberatamente liberati per nutrire i rettili, a loro volta diffusi sul territorio con tanto di mezzi aerei e paracadute ad hoc .Tra gli inconfutabili particolari che avvalorano la tesi, ci sarebbero anche dei sacchetti, rinvenuti nelle aree boschive, con ancora al proprio interno degli esemplari vivi.
Ovviamente, la moltiplicazione dei roditori, la cui presenza desta sempre qualche preoccupazione, tanto da valergli l’inserimento nella lista delle 100 specie invasive più pericolose del mondo, determina una maggior probabilità di rinvenirne le spoglie, anche perchè la loro vita media in natura si accosta di più all’ordine dei mesi che a quello degli anni. Altrettanto probabile è ritrovarli in qualsiasi “ambiente protetto”, come un sacchetto vuoto, che rappresenta un rifugio accogliente per questi mammiferi. Aggiungiamo dunque un nuovo capitolo per i cacciatori di leggende metropolitane.
Dr. Angelo Troi – SIVeLP
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