Il SIVeLP ha da tempo chiesto un’applicazione della legge che istituisca la tracciabilità elettronica del farmaco a partire da farmacie e grossisti.
Significa basare i dati su sedi di distribuzione che hanno già da tempo l’informatica e relativi mezzi a disposizione.
Per i medici veterinari non è la stessa cosa; senza entrare nei dettagli è ovvio che la professione è più complicata e riguarda anche diverse sedi e modalità, che non sempre sono computer-dipendenti.
Non vorremmo che la visita medica si trasformasse in una seduta sul web, a carico dei proprietari di animali.
É questa la ragione per la quale il Sindacato ha proposto la non applicazione di una legge fatta per mero esercizio burocratico e voglia di protagonismo, visto che in tutto il mondo saremmo gli unici a subire una tale rigidità, aggravata peraltro da sanzioni assolutamente sproporzionate al “reato”, ancor più se comminate a chi si occupa di animali non destinati a produrre alimenti.
A questo punto, al di là di qualunque complicazione per i proprietari di animali, è opportuno che la ricetta elettronica veterinaria resti una scelta affiancata alla tradizionale cartacea e si debba redigere comunque solo per gli antibiotici.
Nella gestione di ricette, frasi come ” sotto la responsabilità ” (anche chi guida una bicicletta è responsabile di quanto fa) e “comprovata necessità “ (senza indicare quale) sono inaccettabili e, se ci è consentito il termine, gattopardesche.
Da tempo si chiede che ci sia conferita la facoltà di vendere normalmente, come in tutta Europa avviene, il farmaco necessario alla cura di quella determinata patologia.
Ci occupiamo del benessere e della tutela della salute degli animali, oltre che della tutela della salute umana, facendo da filtro alle varie zoonosi, e non ci occupiamo -quantomeno noi che vi scriviamo- di Gattopardi.
SIVeLP
Purtroppo, credo, che ci abbiano messo con le spalle al muro…. Solo ieri il funzionario Asl ci ha detto di sentirsi rammaricato della mancata entrata in funzione della REV dal 2 gennaio, ma che purtroppo si erano messe di mezzo lobby, non ben precisate ed una manica di veterinari dissidenti, a ritardare l’entrata in funzione di una meravigliosa innovazione in campo veterinario
Per molti colleghi pubblici è una soluzione, per molti Liberi Professionisti rappresenta una difficoltà nella pratica, ma soprattutto si sarebbe potuto prevedere un controllo a livello di farmacie e grossisti, evitandoci burocrazia.
La REV, per come è strutturata, è solo a favore dei veterinari pubblici, che illuderanno il consumatore di effettuare i controlli mentre in realtà staranno a tavolino. Poi lo Stato, i suoi apparati, hanno in Italia una concezione e struttura borbonica. Noi siamo sudditi e loro funzionari. Definire una manica di dissidenti è la solita posizione di uno Stato di questo genere.