La ricetta veterinaria elettronica è nel Disegno di legge 4505: DISEGNO DI LEGGE presentato dal presidente del consiglio dei ministri.
Troviamo l’articolo 2 riferito alla veterinaria (dalle ultime due righe di pagina 3).
L’articolo 2 reca norme in materia di tracciabilità dei farmaci veterinari, la cui introduzione comporta modifiche al decreto legislativo 6 aprile 2006, n. 193.
In particolare, con la lettera a) del comma 1 si intende provvedere all’informatizzazione dei meccanismi di registrazione dei
dati relativi alla produzione, alla commercializzazione e alla distribuzione dei medicinali veterinari, mediante la previsione dell’obbligo, a carico dei soggetti coinvolti, come titolari di autorizzazioni all’immissione in commercio dei medicinali veterinari, farmacisti, grossisti e altri, di registrare i dati inerenti alle diverse fasi della filiera del farmaco veterinario all’interno della banca dati attualmente funzionante presso il Ministero della salute per i farmaci destinati all’uso umano, rendendoli in tal modo disponibili e costantemente aggiornati e garantendone, al contempo, la sicurezza e la riservatezza.
Il sistema di tracciabilità proposto consente, attraverso il ricorso alle tecnologie informatiche, una riduzione notevole dei tempi, dei processi e dei costi di gestione, nonché una semplificazione delle procedure di registrazione finora eseguite su supporto cartaceo.
Tale meccanismo, inoltre, avrà l’effetto di rendere più efficiente il sistema di controllo, contribuendo a una maggiore tutela della salute pubblica, del benessere degli animali e della sicurezza alimentare.
L’attuale normativa di riferimento in materia di medicinali ad uso veterinario di cui al decreto legislativo n. 193 del 2006, diversamente da quanto previsto per i farmaci ad uso umano, non contempla un sistema di tracciabilità informatizzato. Ciò determina che le informazioni in ordine alle fasi della produzione, distribuzione e commercializzazione dei medicinali ad uso veterinario, attualmente reperite attraverso un sistema di registrazione cartaceo, non siano disponibili immediatamente né, comunque, in modo esaustivo e completo, con ripercussioni negative sul livello di tutela della salute pubblica.
Il sistema informatizzato di registrazione dei dati relativi alla produzione, alla commercializzazione e alla distribuzione dei medicinali veterinari agevola il conseguimento degli obiettivi di tutela della salute pubblica previsti dalla direttiva 2001/82/CE, recante un codice comunitario dei medicinali veterinari, ed è conforme a quanto da essa previsto; in più punti, infatti, la direttiva prescrive l’obbligo di registrazione, proprio al fine di assicurare una maggiore tutela della sanità pubblica (in particolare, i «considerando» 2) e 23) e gli articoli 65, paragrafo 3, 66, paragrafo 2, 68, paragrafo 2, 69, paragrafi primo e secondo, 70, lettera f), e 75).
La banca dati, già funzionante presso il Ministero della salute, istituita per la tracciabilità dei farmaci destinati all’uso umano, è stata ampliata e attualmente prevede un settore dedicato alla raccolta dei dati relativi ai medicinali veterinari, che fino ad ora è stato alimentato su base volontaria. L’obbligo che si prevede d’introdurre consentirà una riduzione notevole dei tempi dei processi e dei costi di gestione nonché una semplificazione delle procedure di registrazione, anche mediante l’eliminazione della modalità cartacea, attualmente prevista per assolvere agli oneri informativi nei riguardi del Ministero.
Il meccanismo indicato non solo renderà più efficiente il sistema di controllo, contribuendo a un maggiore livello di tutela della salute pubblica, del benessere degli animali e della sicurezza alimentare, ma costituirà anche un vantaggio per le imprese, che potranno ottenere i servizi richiesti in tempi ridotti e certi.
Il sistema in questione offre un applicativo totalmente gratuito per i diversi operatori del processo di digitalizzazione della filiera del medicinale veterinario, che funziona su tutti i tipi di dispositivi elettronici (PC, tablet, smartphone) e anche off-line.
Inoltre, tale strumento è inserito nell’Agenda per la semplificazione 2015-2017 con l’intento di «responsabilizzare le imprese riducendo gli adempimenti e di ottimizzare le procedure di controllo ufficiale a maggiore garanzia per gli utenti».
Infine, con la lettera b) del medesimo comma 1, che modifica l’articolo 118 del decreto legislativo n. 193 del 2006, si introduce una norma che consente la sostituzione del modello cartaceo, attualmente previsto, con un modello informatizzato di ricetta medico-veterinaria. Ciò permetterà di tracciare per via telematica l’intera filiera del farmaco veterinario, incrociando i dati relativi alla fase della produzione e
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commercializzazione con quelli relativi al consumo e all’utilizzo.
Il Ministero della salute sta portando a compimento il progetto «ricetta elettronica veterinaria», che concorre alla realizzazione dell’obiettivo di miglioramento del controllo della circolazione dei medicinali e completamento della tracciabilità, definito dalla direttiva generale per l’attività amministrativa e la gestione per l’anno 2015.
L’Agenda per la semplificazione 2015-2017 prevede come impegno del Governo l’adozione della suddetta ricetta elettronica veterinaria (5.11 – Azioni mirate in materia di sanità veterinaria e sicurezza degli alimenti tramite la digitalizzazione), per superare, a regime, l’attuale onere di compilazione e trasmissione delle ricette cartacee.
Attualmente il sistema è in via di sperimentazione in due regioni e molte altre regioni hanno fatto richiesta di accedere alla fase sperimentale.
Tale progetto, senza oneri aggiuntivi a carico del Ministero della salute, si avvale del Nuovo sistema informativo sanitario (NSIS) elaborato in collaborazione con l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Abruzzo e Molise, che sarà interoperabile con la citata banca dati centrale dei farmaci e consentirà di rilevare i dati relativi al consumo di medicinali veterinari, al fine di assicurare un più efficace sistema di farmaco-sorveglianza. Ciò fornirà un quadro molto più preciso del consumo di antibiotici che, con particolare riguardo agli allevamenti di animali produttori di alimenti, rappresenta uno strumento essenziale per il contrasto del fenomeno della resistenza agli antibiotici.
L’adesione a entrambi i sistemi descritti è attualmente volontaria e sperimentale, in quanto manca la base normativa per rendere obbligatoria la trasmissione informatizzata dei dati e la modalità di emissione della ricetta elettronica.
Con la presente modifica normativa si consente al Ministro della salute di sostituire il modello di ricetta cartaceo con quello elettronico secondo tempi, casi e procedure che saranno individuati, in particolare, modulandone l’entrata in vigore in funzione dello sviluppo della fase sperimentale che si concluderà, secondo l’impegno assunto dal Governo nell’Agenda per la semplificazione, entro il 2017.
Il presente articolo si inserisce nel più vasto progetto di ristrutturazione degli applicativi ministeriali disponibili nel portale www.vetinfo.sanita.it, che prevede l’introduzione di soluzioni informatiche innovative nella pratica quotidiana dei servizi veterinari al fine di ridurne e semplificarne l’operatività, attraverso la dematerializzazione nell’adempimento di obblighi normativi e l’utilizzo di una nuova generazione di applicativi per periferiche mobili (smartphone e tablet).
Risulta evidente che, a regime, la digitalizzazione delle procedure comporterà una notevole riduzione degli oneri per i soggetti coinvolti e un risparmio di risorse umane ed economiche per i servizi veterinari e le autorità competenti deputate al controllo ufficiale e all’attività di farmaco-sorveglianza.
IL TESTO ALLA CAMERA
Quali problematiche avremo?
La ricetta elettronica potrà evidenziare delle criticità. E’ già una buona notizia che sostituisca quella cartacea per chi la utilizza (finora erano eventualmente necessarie entrambe).
La ricetta elettronica in umana ha rappresentato una remunerazione per i medici, segno evidente di un costo che sui redditi della nostra categoria può avere un peso decisamente maggiore, viste le cifre decisamente minori.
La distribuzione del farmaco veterinario è ciclicamente inesistente, per cui avremo ricette elettroniche impossibili da applicare e probabili interventi ingestibili via web, specialmente quando il veterinario non esercita su una scrivania. Viceversa potrebbe essere un problema concreto, già in parte denunciato: una veterinaria da scrivania, che produce unicamente ricette.
L’assenza, l’inapplicabilità, la difficile gestione, l’inopportunità di vecchie, superate o limitate terapie, i costi, presenti nel settore veterinario richiederebbero un approccio diverso da quello del semplice mercato negli animali da compagnia, con la possibilità di prescrizioni secondo scienza e coscienza anche di farmaci di umana. Farli ricettare dal medico di famiglia, come parrebbe accadere non di rado, significa far pagare tutti i contribuenti italiani.
Non è detto che un oneroso sistema di accentramento e archiviazione dei dati porti a riduzione di irregolarità, basta pensare a banche dati di varie specie che sono ancora lontane da una reale oggettività.
Possiamo dire che sono costi inutili e collettivi che da decenni ricadono su rassegnati italiani?